CATANIA – «Gli architetti aprono i loro studi al pubblico»: è semplice e chiaro il messaggio della manifestazione nazionale a cui nel prossimo weekend aderirà anche l’Ordine professionale di Catania: sabato 25 maggio, dalle 16.00 alle 20.00, gli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della città e del circondario apriranno le porte della loro sede istituzionale – in Largo Paisiello 5 – per accogliere tutti i visitatori interessati e far conoscere al grande pubblico e ai “non addetti ai lavori” il mondo dell’architettura, le sue specializzazioni e tutti gli ambiti d’attività. Lo scopo infatti è diffondere la cultura architettonica e rinnovare la sensibilità nei confronti dell’ambiente, del paesaggio e dei territori per testimoniare che l’architettura non riguarda solo gli architetti o i costruttori ma, soprattutto, i cittadini in quanto fondamentale per la loro qualità della vita. «Open Studi Aperti è l’iniziativa che accomuna idealmente tutti gli studi italiani d’architettura in un unico grande evento diffuso su tutta la penisola – ha spiegato il presidente dell’Ordine etneo Alessandro Amaro – In questa terza edizione daremo supporto ai nostri iscritti organizzando un evento collettivo di apertura alla cittadinanza. Sarà un’occasione importante di confronto e di dibattito sul modo di fare, osservare e pensare l’architettura a Catania». Nella sede dell’Ordine saranno esposti numerosi e diversi contributi, anche quelli degli iscritti che non hanno possibilità di un proprio spazio, mentre altri professionisti parteciperanno contemporaneamente da altre zone del territorio provinciale secondo il calendario di eventi disponibile su Studiaperti.com. “Open Studi Aperti” è promosso dal Consiglio Nazionale Architetti (Cnappc) tramite il suo “Dipartimento Promozione della Cultura architettonica e della figura dell’architetto” ed «è un’iniziativa che anno dopo anno registra sempre più adesioni e interesse da parte dei media – ha spiegato il consigliere dell’Ordine e referente del progetto Sebastian Carlo Greco – nel 2019 sono coinvolte più di 90 province italiane, a testimonianza concreta del ruolo che svolge l’architetto negli interventi che riguardano lo spazio pubblico e privato, della sua responsabilità nel dare un contributo decisivo nel risolvere le questioni sociali, economiche e culturali che riguardano gli spazi abitativi e urbani». Perché il fine dell’architettura è quello di migliorare l’habitat e il benessere dei cittadini.