di Nicola Bono
AVOLA – I cittadini Avolesi titolari di sepolture perpetue hanno ottenuto dal Tar di Catania parziale riconoscimento dei loro diritti nella causa contro il Comune di Avola.
Malgrado il Tar abbia respinto il ricorso, cosa sulla quale i cittadini interessati presenteranno appello, anche perché buona parte delle decisioni in merito al riconoscimento dei diritti di possesso delle sepolture perpetue sono sostenute da motivazioni apparenti e da una interpretazione erronea delle norme vigenti, la sentenza esprime il concetto che in ogni caso l’obbligo di pagamento dei diritti per le sepolture non può essere immediato, ma bensì rinviato al decorso dei successivi 99 anni, dopo la data di modifica della concessione.
In altri termini la concessione di sepoltura perpetua, ancorché modificata in sepoltura temporanea dalla nuova disposizione del regolamento di Polizia Mortuaria, per il Tar fa scattare la decorrenza del diritto di concessione dalla data di modifica, che nel caso in specie è del 30 novembre 2023, giorno da cui va calcolato il periodo dei 99 anni, e solo alla scadenza il Comune potrà acquisire il pagamento del rinnovo.
Quindi niente aiuti alle casse comunali per i prossimi 99 anni da parte delle sepolture perpetue, e il comune dovrà smetterla in via definitiva con le richieste ingiustificate di danaro per presunti rinnovi inesistenti, imponendo improbabili scadenze del diritto, del tutto arbitrarie ed illegittime, con il pagamento da parte dei cittadini di migliaia di euro per il non dovuto rinnovo attuale della concessione; o addirittura al rifiuto, in varie occasioni, di procedere alla tumulazione delle salme di cittadini deceduti, reclamando il preventivo versamento delle somme richieste.
Un comportamento decisamente inaccettabile, ed un pesante disagio ancora più grave, se si considera che tali richieste perentorie venivano subite da persone già sofferenti per la perdita dei loro congiunti, appena andati a miglior vita.
Rimane l’impegno di chiedere il diritto garantito dal decreto del Presidente della Repubblica del 21 ottobre 1975, n. 803, che disciplina la materia, che non è mai stato modificato e che sancisce il mantenimento del diritto alla “concessione perpetua” a favore di tutti coloro che ne godono, con la possibilità che ne venga disposta la revoca “quando siano trascorsi 50 anni dalla tumulazione dell’ultima salma, ed ove si verifichi una grave situazione di insufficienza del cimitero rispetto al fabbisogno del Comune e non sia possibile provvedere tempestivamente all’ampliamento o alla costruzione di un nuovo cimitero”.
Ambedue questioni del tutto inesistenti.
Quindi i cittadini Avolesi, titolari di sepolture perpetue, nel rimanere fiduciosi di ottenere pienamente i loro diritti con l’appello, esprimono la loro soddisfazione per i diritti riconosciuti, e ringraziamo l’avvocatessa Maria Suma di Avola, che li ha seguiti con impegno e competenza nel primo grado di giudizio, e che verrà incaricata di presentare l’appello al Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, per confermare il riconoscimento dei diritti derivanti dalla natura di sepolture perpetue.
