Alcune settimane fa il Centro avolese aveva infatti scoperto che il cranio precedentemente attribuito al tragediografo greco Sofocle rappresentava in realtà un clamoroso falso. Lo studio del Fapab aveva dimostrato come il cranio appartenesse a un individuo adulto ma di certo non morto alla veneranda età (90 anni) di Sofocle. Veniva così smontata l’antica teoria avallata dal suo scopritore, il danese Ludwig Münter, e mai veramente sconfessata dal grande patologo tedesco Rudolph Virchow nel 1893. La ricerca aveva anche individuato in un trauma cranico la verosimile causa di morte dell’uomo in questione e aveva presentato una sua prima approssimazione facciale forense. Ma oggi, dopo l’approssimazione facciale eseguita dall’archeologo Michael Habicht (Flinders University e coautore dello studio), e grazie alla collaborazione con l’esperto artista forense brasiliano Cicero Moraes, si è riusciti a ottenere il vero volto di questo individuo.
“L’applicazione delle tecniche scientifiche più all’avanguardia, sempre nel rispetto delle discipline storiche e archeologiche, ci permette di acclarare aspetti controversi della nostra storia” commenta il professor Francesco Maria Galassi, direttore del Fapab e paleopatologo dell’australiana Flinders University. Il celebre studioso aggiunge: “Siamo molto soddisfatti di questo nuovo, importante risultato scientifico e dell’alto livello di coordinazione raggiunto fra discipline diverse e spesso non dialoganti tra loro”.
Un sentimento condiviso dal vicedirettore del Fapab, la bioarcheologa e antropologa forense Elena Varotto, autrice principale, solo pochi mesi fa, della fondamentale scoperta di un antichissimo caso di tumore benigno ritenuto inesistente nel mondo antico. “Avola e il suo territorio – commenta – offrono grandissime opportunità culturali e un continuo stimolo allo studio e alla ricerca. Per questo a una progettualità soprattutto scientifica stiamo affiancando e affiancheremo sempre più una serie di eventi divulgativi rivolti alla cittadinanza e, più in generale, alla Sicilia”.