Carlentini, Ancora una settimana è passata… “Restiamo a casa”. Il futuro?

Carlentini, Ancora una settimana è passata… “Restiamo a casa”. Il futuro?

di Emanuele Gentile
CARLENTINI – Ancora una settimana è passata. Un’altra settimana di dura privazione della nostra libertà personale termina. La prossima sarà uguale identica a quella appena archiviatasi, purtroppo… Chissà quando potremo ritornare ad una vita normale. Certo ci sarà da interrogarsi su cosa consisterà questa vita definita “normale”. La normalità del “dopo” sarà similare a quella del “prima”? La domanda appare lecita. Inutile tentare di sviare il punto snodale della questione. Perché il punto è proprio questo. Ritorneremo ad una vita che ci permette di fare tutto quello che vogliamo oppure avremo delle limitazioni? Tante domande conseguenti a quella formulata nella frase precedente si affastellano nella nostra mente poiché quello che stiamo vivendo è un qualcosa di straordinario e senza precedenti. Iniziamo a farcele queste domande perché forse vedremo con maggiore chiarezza l’avvenire che ci attende. La prima riguarda di capire quante attività riapriranno nel nostro paese. Un paese che già soffriva da anni una crisi evidente del comparto del commercio. Con questa situazione gli ultimi scampoli di liquidità sono finiti. Quindi chi avrà la forza e il coraggio di riaprire i battenti’ Anche perché dobbiamo considerare un altro dato di fatto. La gente dando fondo agli ultimi risparmi non avrà molto da spendere. Come faremo? Converrete che la questione afferisce direttamente al futuro dell’intera nostra comunità. Pertanto, sarà bene approntare tutta una serie di iniziative ed attività tese a ridare slancio all’economia di Carlentini. Perché se non si compie tale passaggio si rischia di andare a picco. Un’altra che dobbiamo porci è che tipo di socialità ci sarà? Potremo, cioè, ritornare a frequentare le persone più care senza restrizioni? Ossia andare a casa loro, incontrarle per strada, invitarle in pizzeria, decidere un viaggio. In breve, frammenti di una socialità normale e piena di empatia. Come si può creare il senso di comunità se non vi è alla base la socialità ovvero la possibilità di incontrarsi fra le persone in modo da creare quei legami che costituiscono le basi della comunità? Chiariamo bene questo punto essenziale poiché anche la delineazione di un modello teso al rilancio di Carlentini nel “dopo” dipende nella stragrande maggioranza dei casi dalla socialità. L’uomo è un essere sociale per eccellenza e tutta la sua vita dipende proprio da questo stato. La socialità permette all’uomo di dispiegare il proprio talento e tutte le sue peculiarità. Senza socialità l’uomo appare cieco e privo di una linea guida. In seguito possiamo porci tutta una sfilza di ulteriori domande. Come sarà la vita dei nostri figli nella Carlentini del “dopo”? Che tipo di attività potranno svolgere le varie associazioni? Si potrà andare liberamente in palestre? Ci sarà consentito di andare in maniera del tutto tranquilla ad assistere alle partite di calcio della nostra squadra cittadina? Carlentini aveva sviluppato negli anni una stagione teatrale di tutto prestigio… Orbene, avrà una continuazione’ Si stava lavorando alacremente a migliorare le nostre feste (Santa Lucia e Lunedì dell’Angelo)…tutto finito? L’amministrazione comunale riponeva grande considerazione nei confronti dell’Area Archeologica in modo che essa potesse diventare volano per la Carlentini del futuro. Potremo continuare a lavorare su tale progetto? In breve, di domande – ripeto lecite – ne abbiamo da porre e porci. Ce le poniamo perché quanto sta accadendo non sembra destinato a finire in una bolla di sapone. Si teme, infatti, che subiremo degli strascichi per un bel po’ di tempo a venire. Tuttavia dobbiamo porci le succitate domande e anche altre per un senso di responsabilità nei confronti di noi stessi carlentinesi. Fare spallucce sarebbe un comportamento deleterio ed infantile. Con tutte le forze dovremo impegnarci per il “dopo” che se non pensato potrebbe rivelarsi un macigno insormontabile. Un’altra settimana è passata, ma non facciamo passare in maniera improduttiva questo passaggio di tempo per non dargliela vinta al virus. Virus che vuole che ci fermiamo. Utilizziamo l’intelligenza e facciamoci tutte le domande che vogliamo.

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