di Emanuele Gentile
LENTINI/CARLENTINI – La principale mission del giornalismo e di noi giornalisti è raccontare i territori dove viviamo ed operiamo. E’ una mission “a prescindere” in quanto il territorio è la nostra fonte primaria e irrinunciabile da cui attingere notizie per redigere gli articoli che andiamo via via pubblicando. Senza il territorio il nostro mestiere non avrebbe senso. Esso è la base vitale di ciò che facciamo. Possiamo ipotizzare un modello virtuoso di giornalismo territoriale costituito da tre elementi principali: il territorio stesso, noi giornalisti e i lettori. Il territorio – come ho già scritto innanzi – è il punto nodale essenziale della nostra attività. E’ uno spazio fisico perché lo vediamo. E’ uno spazio etico perché racchiude i valori che tengono uniti i cittadini che ivi dimorano. E’ uno spazio sociale poiché è lì che avvengono le dinamiche di interrelazione umana. E’ uno spazio economico poiché vi avvengono le attività in grado di produrre le risorse necessarie per il proprio sostentamento. Su quella parte della superficie terreste – altrimenti denominata territorio – accadono molte cose. Alcune belle, altre no. Accadono in quel pezzo di pianeta molte cose: la vita politica, l’attività delle associazioni, fatti di cronaca nera, riunioni, problemi afferenti all’ambiente, l’attività delle scuole, le decisioni importanti per il territorio, le mostre, le manifestazioni, le notizie economiche, la vita dell’ospedale e tantissimo altro ancora. Il territorio racchiude una biodiversità di non poco conto anche per quanto riguarda la tipologia delle notizie che esso produce. E noi giornalisti siamo lì a cogliere tutte queste notizie per redigere articoli che – poi – permettono ai lettori di conoscerle e farsene un’opinione. Noi, intendo dire giornalisti, siamo l’anello fondamentale della trasmissione delle notizie del territorio nel territorio in quanto posti in posizione centrale fra il territori ostesso e i lettori. Senza di noi il territorio non avrebbe una voce che lo rappresenti e senza di noi i lettori non avrebbero contezza di quanto accede nel territorio dove essi vivono. Pertanto, ne discende che il nostro operato è delicato. Abbiamo una funzione estremamente difficile e complicata da assolvere. Ossia raccontare i territori con cognizione di causa e corretta dal punto di vista deontologico. Per realizzare questo step fondamentale bisogna conoscere il territorio, viverlo nelle sue mille sfaccettature, saperlo interpretare in modo giusto, avere la capacità di sintesi, possedere delle doti in grado di far arrivare il messaggio – cioè l’articolo – al lettore. Non può essere altrimenti. Il lettore avverte subito se l’articolo cerca di spiegare in maniera corretta quanto è accaduto oppure no. Da qui la necessità che il giornalista sia sempre più professionalizzato sulle tematiche afferenti al territorio al fine di fornire un servizio inappuntabile dal versante qualitativo. Anche lo scrivere un articolo su un disservizio riguardante la fuga di acqua dall’acquedotto comunale presuppone una certa competenza. Ci si deve sempre ricordare che un articolo è ben altra cosa rispetto a un semplice post su Facebook. Tanto per conoscenza. La competenza è un atout fondativo. Senza questo requisito non ci può essere il giornalismo e il giornalista. Soprattutto quando è chiamato a raccontare un’entità complessa, destrutturata, varia e dinamica come il territorio. E’ una questione di estrema delicatezza poiché il raccontare il territorio da parte di noi giornalisti presuppone un altissimo senso di responsabilità proprio per l’importanza della figura del giornalista in seno al territorio. Immaginate un territorio senza giornalisti. Quel territorio non avrebbe memoria e coscienza. Memoria e coscienza che siamo noi giornalisti a fornire grazie al nostro diuturno quanto spesso sottostimato lavoro. Coscienza critica del territorio? Può darsi…anzi deve essere così. Sono i giornalisti che sono i primi a riflettere sul territorio originando una riflessione critica sul medesimo. Quante volte un dibattito nel territorio è nato da un articolo? Territorio, giornalismo e lettori…il paradigma del nostro lavoro di giornalisti.