LUNEDÌ ‘ – MARTEDÌ’ – MERCOLEDÌ’ – GIOVEDÌ’ – VENERDÌ’ – SABATO – DOMENICA.
COLAZIONE – SPUNTINO – PRANZO – SPUNTINO – CENA – PRE NANNA.
Il numero dei pasti è preferibilmente personalizzato. L’alimentazione migliore è quella che si adatta meglio alle esigenze dell’individuo e, quindi, all’ obiettivo prefissato.
Senza troppe enciclopedie e ricerche sui vari motori di ricerca sulla dieta del momento e sull’allenamento piu’ performante: è necessario il supporto di un professionista che tenga in considerazione in primis della salute e/o ad eventuali patologie del soggetto.
Come ogni cosa, il percorso che decidi di intraprendere richiederà tempo.
Quanto? Non lo saprai mai fin quando non inizierai.
Quanto? Non lo saprai mai fin quando non inizierai.
Sappi, inoltre, che devi volerlo fermamente. Devi buttarti a capofitto con tutto te stesso . Superare e affrontare ansie e paure; uscire dalla tua zona confort e superare i tuoi limiti o comunque condividere con loro il tuo percorso. Sí perché anche, e sopratutto, i momenti piùdifficili risulteranno essere i piú proficui.
Se non ti è chiaro fin qui, rileggi perchè è fondamentale per il proseguo.
Ti starai chiedendo il perché ho esordito cosi in maniera quasi asettica, direi insolita per i miei pezzi. Vero? Sai già pero’ che non esiste sempre un perché. Ed in questo caso è così. Cerco sempre di ascoltare ogni mia emozione e di viverla profondamente lasciando, solo in un secondo momento, spazio alla razionalità e obiettività necessaria.
Giorni addietro mi è stato inviato un messaggio sui social: l’ho riletto tante volte, forse troppe. Ho scritto una risposta e cancellata, un’altra e cancellata. Un’altra ancora e stessa cosa. Alla quinta vota che succedeva ho chiuso tutto e, tornata a casa dal lavoro, ho preso carta e penna; preparato un coffee e da seduta mi sono messa a fissare le luci de mio albero di Natale pensando.Poi, di getto, ho iniziato a scrivere e quando ho iniziato a sorseggiare il caffè era gelido.
Mi sono ritrovata a rispondere al caos mentale di una persona a me molto cara. Un caso che aveva bisogno di razionalità (tanta) ma allo stesso tempo di tanto cuore. Era necessario rispondere con dei numeri, con delle grammature, delle percentuali, ma allo stesso tempo sapevo che avrebbero fatto male.
Sarebbero stati piu’ indicati esercizi, ripetizioni, etc…
ma neppure quelli avrebbero funzionato. Cosi ho tirato fuori tutta la mia esperienza, il mio vissuto da donna, da ex obesa, da appassionata ed esperta di fitness. Ed ancora il mio essere figlia, amica, sorella e compagna; senza pero’ dimenticarmi della Veronica autoritaria che è in me.
Confrontarsi con una persona con patologie del disturbo alimentare non è mai facile e non è mai abbastanza. Chiariamo subito una cosa io quando parlo di disturbi alimentari parlo di patologie certificate. Poi se vogliamo, sbagliare, e generalizzare chi per una cosa, chi per un’altra siamo tutti “disturbati” dal punto di vista alimentare. Chi reprime in un modo il tutto, chi in un altro. Chi lo ammette, chi continua a nascondersi. Detto cio, ti auguro una buona lettura….
COLAZIONE: Caro corpo,
mio corpo. Ti chiedo scusa. Te ne chiedo perché, spesso, mi domando come hai fatto a resistere a tutti questi anni di torture. E ancora, mi dico come hai fatto a resistere, anche quando ti ho stremato (e a quanto, delle volte in un modo o l’altro, continuo!). Tu ti ribellavi e lo hai fatto in tutti i modi. Ed io, pur rendendomi conto, ti ignoravo. Sapevo come controllarti. Sapevo come avere il controllo su di te e, su tante altre piccole cose. Hai resistito, seppur con tantissime difficoltà ad un’ infinità di interventi chirurgici, a terapie farmacologiche d i ogni genere. A cadute e fratture di ogni livello di gravità.
SPUNTINO: Sapevo come sfidarti per riuscire a dimostrarti che il controllo era il mio e non il tuo. E forse, ancora oggi è un po’ cosi’. Inizio a percepirti, e sento che pian piano stai cedendo, ogni giorno un po’ di piu’. Ed ancora sento che non ho piu’ le forze di prima, per poter fare come pare a me, a modo mio. Tu cosa fai? Mi mandi alcuni segnali, mi chiedi aiuto. Ci sono giorni dove vengo in tuo soccorso, ed altri in cui mi sento ancor piu in guerra con te.
PRANZO: Caro corpo, lo so. Lo so bene che, quel che faccio adesso non basta. Tutti che parlano, giudicano, tutti che la “fanno facile”, ma credimi di facile non c’è proprio nulla. Se fosse stato facile non ero cosi’ alla mia età. Mi vogliono convincere di fare cose su cose…puo’ essere mai che con tutti i miei anni non ci arrivo da sol* e non riesco a percepirti come alleato, come amico? Come mio riflesso?
SPUNTINO 2: Vedo gli altri belli. Riconosco chi, invece, sofferente e poi su di me? Zero percezione e una visione distorta…
altrimenti quando mi vedo allo specchio, si succede tutt’oggi, non esclamavo ” non poi cosi’ male”. E come se non bastasse la mia famiglia, sono anni che mi dicono le stesse cose. Sono anni che dico si’, ma oltre a ciò che faccio non riesco (o forse non lo voglio veramente?).
CENA: Caro corpo, cara testa,
se accenno un “caro” vi sentite meno soli? O vi sentite presi in giro? Tante volte mi sono sentita proprio cosi’: sola, abbandonata e presa in giro. Lo so è brutto da dirsi, soprattutto, sapendo che non è mai stato, realmente, cosi. Ma quella visione, ancora, distorta, porta anche a questi pensieri e stati d’animo. Mi sentivo sola, abbandonata. Mi sentivo, anche, imprigionata, intrappolata, manipolata, oppressa cosi venivo a sfogarmi con te/voi, perché sapevo che in quel momento ero sola con me stessa e capace di “affrontare” un’avversario si difficilissimo ma dove poi a vincere ero sempre io.
Da qualche giorno, invece sto provando a darvi ascolto; sto provando a (ri)contestualizzarmi e a circondarmi, vivendola, di bella gente. La mia gente, quella che poi c’è sempre stata. Corpo, testa? Ma lo sentite o no? Sto impegnandomi a venirvi incontro…
tanto, soltanto, i medicinali, le terapie non bastano piu’. Mi aiutano ok, ma sono consapevole che se io non contribuisco mettendoci del mio, continueranno a fare sempre meno. I tempi della morte non li conosce nessuno, e quando sarà, non saro’ io a deciderli.
PRE NANNA: Con le domeniche d’Avvento che precederanno il Santo Natale: la luce, la nascita, la vita, voglio nascere anche io. Si’ voglio farlo perché oggi sento sia il mio momento. Chiedero’ al buon Dio forza e luce.
Mio corpo, adesso mi rivolgo a. te. Non ti prometto nulla, ma ti daro’ ogni giorno di piu’, affinché iniziamo a scambiarci qualche carezza in piu. Anzi le nostre prime. Perché sono tantissimi, troppi anni, infiniti anni, che siamo sconosciuti. Mi dispiace!
INTEGRAZIONE (AD OGNI PASTO): Ehi Tu, te lo dico col cuore, in mano: mi hai massacrato. Non me lo meritavo perché ti ho concesso di dare alla tua vita, la vita. Sono cambiato, sono tornato in forma, avevo i miei tempi e tu? Tu non li hai rispettati, mi hai mancato di rispetto, portandomi alla rovina. Ci pensi? Ti ho concesso di procreare e diventare donna. Di vivere momenti talmente intimi che in tantissimi non hanno avuto la fortuna di vivere. E poi, ti ho aiutato tante volte, ti sono venuto incontro in tutti i modi facendomi carico di tantissime cose. Ho cercato di compensare, di assorbire, ammortizzare, adesso pero’ sono stanco.
Concedimi di indossare abiti armoniosi, di gustarmi qualche buon cibo e di sorriderci su insieme. Consentimi di sentirmi libero, di riposarmi, rilassarmi. Lasciami respirare, anzi respira insieme a me. Ci farà bene.
Ti assicuro che se tu vuoi, io ci sono. E tu sai come fare. Adesso dimmi, lo vuoi veramente?