PALERMO – Si alza, forte, il grido di allarme di artigiani e Mpi, ridotti ormai al collasso dagli aumenti spropositati dell’energia. I piccoli non riescono più a sostenere le spese della propria attività. Per chi gestisce un ristorante, una pizzeria o ancora un salone di acconciatura, si rischia di parlare di sopravvivenza. A farsi portavoce del grido di artigiani e piccole imprese, è il nuovo presidente di Confartigianato Imprese Sicilia, Daniele La Porta, nominato nel corso dell’ultimo consiglio direttivo della federazione.
“Non possiamo restare sordi al grido dei nostri artigiani e delle nostre imprese – dice La Porta, 40 anni, oggi presidente di Confartigianato Sicilia, imprenditore nel settore dell’energia alternativa e già presidente provinciale di Confartigianato Siracusa e con incarichi nazionali in confederazione –. A luglio i nostri associati hanno ricevuto bollette raddoppiate e anche triplicate. Le nostre imprese sono realtà che garantiscono lavoro e occupazione e adesso si trovano in sofferenza, con un futuro a rischio. Siamo sommersi da chiamate degli associati, cerchiamo di supportarli attraverso anche il nostro consorzio Cenpi, ma è davvero impossibile sostenere questi costi. Da giugno 2021 a luglio 2022, l’andamento del prezzo energia, media mensile, è aumentato di cinque volte, passando da 84,8 euro MWh a 441,65 MWh”.
La Porta, che sta già calendarizzando degli incontri con i candidati alla presidenza della Regione Siciliana e alle Politiche nazionali, insiste con forza sul tema del credito di imposta, ritenendo che oggi, al di là la degli scenari geopololitici a cui si assiste, sia l’unica strada percorribile per sostenere il tessuto produttivo artigiano. “Al momento – ricorda – le imprese non energivore, possono richiedere un credito di imposta del 15% per la luce e del 25% per il gas. Ma è ben poca roba come aiuti per l’abbattimento dei costi. Sono delle percentuali assolutamente insufficienti. Dovremmo iniziare a discutere di un credito d’imposta reale di almeno il 50%, senza che sia circoscritto a limitati periodi dell’anno. Non possiamo puntare il dito contro chi è costretto ad aumentare i prezzi, aggiornando di continuo i listini dei loro prodotti o dei servizi. È una situazione mai vista, un paradosso. Perché più crescono i prezzi, meno clientela si avvicina. È la cronaca di una morte annunciata. É il momento di fare di più per le nostre imprese. Sappiamo che in questo mese di campagna elettorale, verranno fatte varie proposte e promesse. Ma noi chiediamo, senza sconto alcuno, fatti concreti che mettano le nostre aziende nelle condizioni di lavorare con dignità”.
Tra i temi in agenda che il nuovo presidente di Confartigianato Sicilia, affronterà con la politica, non di meno importanza è quello che riguarda la burocrazia. Uno degli ultimi studi dell’Osservatorio economico di Confartigianato, ha sottolineato come nella pubblica amministrazione ci sia uno scarsissimo utilizzo delle tecnologie digitali: solo il 28% delle amministrazioni locali consente agli utenti di completare on line le pratiche amministrative e, se richiesto, di effettuare il pagamento via web. Una quota che sale al 35% nel Centro-Nord mentre crolla al 13% nel Mezzogiorno. L’innovazione tecnologica non sembra dunque aver migliorato la burocrazia.
Siamo sempre alle prese con cavilli, file agli sportelli, complicazioni che “rubano” 238 ore l’anno agli imprenditori italiani soltanto per occuparsi degli adempimenti fiscali.
E così, segnala Confartigianato, nel pieno della transizione digitale aumentano le difficoltà di relazione con gli uffici pubblici. La quota di cittadini in coda per oltre 20 minuti agli sportelli dell’anagrafe dei Comuni è del 28,4%, undici punti in più rispetto al 17,4% di dieci anni prima. E anche in questo caso ad attendere più a lungo sono i residenti nel Mezzogiorno, con una quota del 31,8% in fila per più di 20 minuti per espletare pratiche all’anagrafe.
“Dobbiamo pretendere una Pa efficiente, capace di stare al passo con gli imprenditori – dice Daniele La Porta –, è fondamentale per favorire lo svolgimento delle attività economiche. Non possiamo accettare che le amministrazioni locali siano così scarsamente digitalizzate, non possiamo assistere inermi alle chiusure estive degli uffici pubblici con ricadute negative sulle nostre aziende che, invece, non vanno mai in ferie e si ritrovano porte sbarrate o sistemi on line inutilizzabili. Chiediamo l’efficientamento della pubblica amministrazione, promuovendo una “buona burocrazia” per una buona Pa. Abbiamo fatto nostre, le dieci priorità del ‘Manifesto’ confederale inviandole ai candidati di tutti i partiti, alle prossime Politiche, al fine di creare un ambiente favorevole all’artigianato e alle MPI per fare impresa”.