CATANIA – Ancora in emergenza per la gestione della CIG in deroga, in Sicilia, e non solo, arriva fresco di pubblicazione il D.L. “Rilancio”, che interviene per la “semplificazione” della procedura messa in atto a seguito del D.L. 18/2020 che ha palesemente manifestato una “gestione complicata e farraginosa”, ostacolando, di fatto, la fruizione dei pagamenti diretti e veloci a migliaia di lavoratori colpiti dalla sospensione per COVID-19. La situazione emersa in questi ultimi giorni, e l’analisi della gestione affidata alle Regioni, con i gravi rallentamenti causati dalle “pastoie” di un sistema troppo farraginoso, aveva già fatto rilevare la necessità di interventi correttivi sulla CIG in deroga, che pare trovino manifestazione nel DL rilancio. Forse un po’ tardi, in realtà anche perché trattandosi di strumento “straordinario” di politica passiva per emergenza sanitaria, avrebbe dovuto, sin da subito, essere trattato esclusivamente dallo Stato, senza alcuna necessità di passare in gestione alle singole Regioni, condizione prevista, di norma, solo nei casi di erogazione di “ammortizzatori sociali” con relativo obbligo di “bilanciamento” con servizi di “politiche attive” finalizzate al reinserimento lavorativo.
“La sospensione per emergenza epidemiologica, è stata “obbligata” e non lasciava alcun spazio a contrattazioni “sindacali” o scelte “soggettive” dei datori di lavoro.
Nonostante ciò, il sistema, è stato congegnato con una serie di passaggi, prima politici e poi burocratici, gestiti dalle singole Regioni solo dopo l’assegnazione delle risorse da parte del Governo, con molto ritardo e con procedure non sempre uniformi sul territorio nazionale”.
«Punto debole della catena, le Regioni – ha sottolineato Lorena Raspanti, segretario regionale di ANCAL (Associazione Nazionale Commercialisti Area Lavoro) Sicilia -. Solo le più “strutturate” hanno messo in campo piattaforme informatiche e sistemi già rodati per la gestione delle politiche attive del lavoro destinate già ai percettori di sostegno al reddito, adattate all’emergenza Covid-19.
«In altre l’assenza di piattaforma informatica idonea ha appesantito le procedure e i relativi tempi di definizione delle pratiche. Mi riferisco al “caso Sicilia” e alle difficoltà contro cui si sono imbattuti tantissimi commercialisti che, come me, assistono, in Sicilia, diverse aziende con dipendenti e posizioni Inps attive, e che hanno operato freneticamente, in questi ultimi mesi, per presentare le richieste di “CIG in deroga».
Che si trattava di una “tragedia” annunciata era facilmente intuibile. In diverse occasioni, proprio i commercialisti di ANCAL, avevano fatto emergere la pericolosità di sistemi regionali “non idonei” per la gestione degli ammortizzatori sociali, in particolare nella gestione delle comunicazione tra Regioni e Inps. (Si ricordi a tal proposito l’esperienza di Garanzia Giovani e del ritardo nei pagamenti dei tirocinanti, nel 2015!)
E per il futuro? il Dl Rilancio cosa prevede per la CIG in deroga?
Principalmente la presentazione diretta all’Inps: sicuramente atto dovuto, atteso che, nonostante i possibili ingolfamenti per il carico straordinario di lavoro in casi eccezionali, il sistema è comunque strutturato, già operativo per altre gestioni (vedi CI.GO, FIS) e quindi ben conosciuto dai professionisti che operano in qualità di intermediari per conto dei datori di lavoro.
Sarà un sistema “diretto”, quindi più veloce, che dovrebbe prevedere soltanto un invio di richiesta di pagamento (SR 41) per i lavoratori di aziende che, avendo esaurito le 9 settimane – già autorizzate con il precedente sistema – intendono fruire dell’estensione entro il 31 agosto.
Al contrario è prevista la presentazione direttamente all’Inps, in caso di nuove domande, per i periodi fino al 31 agosto, e anche per le ulteriore settimane dal 1° settembre al 31 ottobre.
In questo modo l’Istituto previdenziale potrà monitorare costantemente, la spesa impegnata con le autorizzazioni e il reale utilizzo delle risorse, anche grazie ai flussi emens (stipendi) che verranno mensilmente inviati.
Sul fronte dei pagamenti e dei ritardi fin qui accumulati, comunque, si rimane legati alla vecchia procedura per le domande già presentate alle Amministrazioni Regionali, che dovranno sicuramente smaltire in tempi celeri quelle già ricevute, alcune anche da “riesaminare” con la formula del “ricorso istruttorio”.
Sul DL Rilancio, infatti, è soltanto previsto che, per le domande già autorizzate dalle Regioni, bisogna presentare la richiesta di pagamento entro fine mese (15 gg dall’approvazione del D.L.Rilancio): quindi, i lavoratori interessati, continueranno a scontare i ritardi della vecchia procedura.
In attesa delle indicazioni da parte dell’Inps sulla procedura per CIG in deroga, per le nuove domande, i professionisti auspicano chiarezza e semplicità, per evitare che altri elementi possano ostacolare la gestione operativa, e in particolare che si faccia chiarezza su azienda “richiedente” ed eventuali “unità operative” non codificate, che potrebbero bloccare la presentazione delle domande (si ricorda che le aziende che ricorrono a CIG in deroga sono quelle che, di regola, non hanno diritto agli ammortizzatori sociali, e pertanto potrebbero non aver differenziato le Unità Operative)
È innegabile che il ruolo di intermediari nei rapporti con la P.A. dei professionisti diventa centrale e fondamentale in questo momento, e come sappiamo, ha già rappresentato, negli ultimi decenni, una forte spinta al funzionamento del “sistema Paese”.
In questo momento di grande crisi e difficoltà, i “commercialisti” sono sempre “pronti” a sostenere il mondo del lavoro, con grande professionalità e senso di responsabilità sociale.