CATANIA – “C’è Nessuno”. E’ il titolo dello spettacolo teatrale che verrà portato in scena venerdì prossimo sul palcoscenico del centro “Zo” di Catania. Lo spettacolo con Gioacchino Cappelli, Salvatore Tornitore, Sebastiano Sicurezza, la regia di Gioacchino Cappelli, la drammaturgia di Elena Grimaldi e Gioacchino Cappelli, le musiche di Salvatore Tornitore, le proiezioni di Salvatore Caruso e le scenografie di Asia Santoni si occupa del rapporto delle giovani generazioni con internet i media e i video giochi, un rapporto che sta creando, soprattutto in questo periodo di pandemia, delle dinamiche di subordinazione e manifestazione di un malessere a cui per anni non è stata rivolta nessuna attenzione e che nel suo propagarsi ha portato alla luce quel fenomeno degli Hikikomori, ragazzi che si chiudono in casa rifiutando ogni rapporto che non abbia la mediazione della rete, ragazzi che passano anni davanti al pc con un completo sovvertimento dello scorrere del tempo e dei rapporti con la “ realtà” sostituendo a questa quella virtuale. Il regista Gioacchino Cappelli, ideatore, regista drammaturgo, interprete, assieme a Sebastiano Sicurezza e Salvatore Tornitore, ha attraversato in prima persona questa fase e ne è uscito attraverso il teatro. Per diversi anni dai 16 ai 24, ha privilegiato il rapporto con il virtuale, a fatica è riuscito a concludere gli studi fino alla maturità, condannato e vilipeso dagli insegnanti che non avevano nessuna percezione di quello che stava attraversando, l’ostacolo del rapporto con genitori che, nonostante la continua presenza, non avevano mezzi per poterlo sostenere ed aiutarlo e che ogni volta che cercavano un aiuto non trovavano una controparte cosciente della dipendenza e che spesso venivano derisi. Alla conclusione di questo percorso, grazie al suo rapporto continuato a singhiozzi con il teatro e il cinema, ha presentato il progetto dello spettacolo al bando “ Per chi crea” della Siae, ottenendo i fondo per la realizzazione dello spettacolo. Spettacolo che ha subito tutte le difficoltà causate dalla pandemia, la preparazione era iniziata a marzo del 2020 e subito interrotta dall’insorgere della pandemia. Il lavoro non intende dare un’analisi concettuale del fenomeno né condannarla, né giustificarla, tende semplicemente a mostrare questo mondo, scoprire piaceri e malesseri che comporta questo percorso. Lo scopo principale è dare luce a questa situazione, che certamente porterà ad un’evoluzione nella mente umana di cui in questo momento ci sono sconosciuti gli effetti, e soprattutto che liberi i ragazzi da quel senso di colpa diffuso da chi ne subisce gli effetti.