CATANIA – La Feneal di Catania, l’organizzazione Uil di lavoratrici e lavoratori del settore edile, ha rieletto oggi Nino Potenza segretario generale. Il congresso ha votato anche la nuova Segreteria che è composta da Omar Dell’Ombra e Angelo Bua.
Presenti il tesoriere nazionale Feneal, Enzo Mudaro, il segretario della Feneal siciliana Francesco De Martino che ha presieduto l’assemblea e la segretaria della Uil etnea Enza Meli, nella sua relazione Nino Potenza ha ricordato fra l’altro le molte ombre connesse al boom di imprese che il settore ha conosciuto nell’ultimo semestre dello scorso anno. Quindi, ha aggiunto: “Criticità , almeno due, sono state registrate dall’avvio dei cantieri legati ai vari bonus. La prima è la carenza di manodopera specializzata. La seconda, ancor più grave, è l’aumento degli infortuni sui cantieri, spesso mortali, dovuto a nostro avviso alla scarsa formazione e informazione sui rischi presenti nel settore delle costruzioni e alla carenza dei controlli da parte degli organi ispettivi”. Potenza ha pure ribadito la necessità di un’azione unitaria con le altre organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali “perché governo regionale e amministrazioni locali facciano sì che tutte le opere pubbliche da appaltare o già appaltate possano tradursi in opportunità occupazionali e di sviluppo per il nostro territorio”.
Per la Segreteria nazionale Feneal, Enzo Mudaro nelle sue conclusioni si è particolarmente soffermato sul Piano di ripresa e resilienza: “Il Pnrr ha per obiettivo primario il completamento di un sistema infrastrutturale moderno, digitalizzato e sostenibile entro il 2026. Sono fortemente preoccupato circa la realizzazione di questi obiettivi a causa di una burocrazia inefficiente e per l’incapacità della classe politica nel predisporre piani di intervento credibili. Manca innanzitutto una progettualità tale da rispondere concretamente ai bisogni veri del nostro Paese”.
La segretaria generale della Uil di Catania, Enza Meli, ha infine ricordato “la battaglia che con la Feneal abbiamo combattuto e stiamo combattendo contro una follia politica e burocratica chiamata fascia di rischio sismico 2”. Ha, poi, spiegato: “Aggiornare le mappe di rischio e lasciare Catania in fascia 2, a differenza di altre città siciliane giustamente riclassificate in fascia 1, significa ignorare la storia e privare i catanesi di risorse che potrebbero mettere in sicurezza edifici pubblici e privati. Per noi, questa è una follia. Anzi, no: c’è una logica in questa follia e sarebbe bello se il governo regionale, se il presidente Musumeci, volessero svelarcela. Sprecano fiumi di parole su tutto, ma non sono riusciti a spiccicare una frase neppure quando abbiamo chiesto una replica agli studi dell’Università di Catania. Mi viene solo un commento: vergogna!”.