Catania, il nuovo arcivescovo Mons. Luigi Renna nell’omelia: sono vescovo per voi e cristiano con voi”

Catania, il nuovo arcivescovo Mons. Luigi Renna nell’omelia: sono vescovo per voi e cristiano con voi”

CATANIA – “Sono vescovo per voi e cristiano con voi in un tempo magnifico, quello del cammino sinodale, che sarà una nuova primavera conciliare, se lo vivremo appieno. Continueremo a viverlo nella conversione dell’ascolto reciproco, nel narrarci come sentiamo la nostra appartenenza ecclesiale e la nostra missione, come vediamo il nostro futuro di Chiesa”. Lo ha detto oggi mons. Luigi Renna, arcivescovo di Catania, nell’omelia della messa di insediamento in diocesi, celebrata in cattedrale. “Non può essere un percorso facoltativo o della durata di qualche mese! No, è stile di Chiesa che riforma se stessa alla luce del Vangelo! Nella sinodalità i laici sono chiamati a riscoprire la loro corresponsabilità e la loro missione nel mondo; i presbiteri il loro ministero che diventa autorevole nella misura in cui sa ascoltare il popolo di Dio e promuove la vocazione di ciascuno; i religiosi e le religiose quello che regole antichissime, come quella benedettina, e costituzioni più recenti, testimoniano fraternità, apertura allo Spirito nel discernimento, volontà casta, povera ed obbediente di non perpetuare potere nelle mani di pochi”, ha chiarito il presule.

“Il compito dell’annuncio del Vangelo può incontrare battute di arresto e difficoltà, così come ci dicono gli Atti degli Apostoli nella loro conclusione. In Atti 28, 30-31 si narra che san Paolo viene arrestato e vive a Roma in una casa presa in fitto, ricevendo solo quelli che vengono da lui, e annunciando il Vangelo ‘con tutta franchezza e senza impedimento’. Sembra che l’annuncio del Vangelo sia giunto al capolinea, eppure quegli ultimi versetti ci dicono che continua la sua corsa, nonostante le limitazioni dell’apostolo e la sua prigionia – ha ricordato l’arcivescovo -. Anche in tempi bui, come questi segnati dalla crisi della pandemia, il Vangelo ci illumina. È così che sogno il mio cammino con voi, da vescovo: caratterizzato dall’annuncio evangelico con franchezza, l’evangelica parresia, senza edulcorazioni che ne tradirebbero la bellezza. E ‘senza impedimento’, così come lo annunciò Filippo all’eunuco (At 8,36) e Pietro a Cornelio (10,47;11,17), lasciando che la forza dello Spirito e quella del Vangelo edifichino la Chiesa, annuncino nel nostro mondo il Regno di Dio e ne facciano intravedere i bagliori luminosi”.
La misericordia spezza ogni catena di violenza ed è ciò che cambia davvero il mondo e le società inclini alla violenza. Questa virtù ha reso e renderà sempre più questa nostra Sicilia terra di testimonianza cristiana, come ai tempi di Agata”. “Qui, su questa nostra isola – ha ricordato il presule -, sono state pronunciate parole di perdono da tanti che hanno perso una persona cara per mano violenta: voglio ricordare solo che quando un mio coetaneo, di solo un anno più grande di me, fu ucciso dalla mafia mentre svolgeva il suo compito di agente di scorta del giudice Falcone, sua moglie, ai funerali, disse parole sofferte, ma di perdono. Io credo che ogni volta che parole di misericordia raggiungono il cuore di chi ha sbagliato, o sorrisi carichi di mitezza come quello di don Pino Puglisi di fronte al suo carnefice, si rinnova il miracolo della testimonianza dei martiri, e il seme di una nuova umanità viene gettato nei solchi della nostra bella terra”.
“Non si può stare nella Chiesa a modo proprio – ha aggiunto l’arcivescovo -, senza farle del male e renderla poco credibile! Vengo a voi perciò come fratello che vuole, non senza di voi, diffondere una cultura della misericordia e dell’amicizia sociale, del servizio e della prossimità, dell’adesione al Credo e della credibilità”.

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