di Rosario Faraci*
l titolo giusto dell’articolo sarebbe la furbata dell’ex monopolista e il salvacondotto di Stato. Ma avrebbe toni troppo complottistici, per cui raccontiamo i fatti.
Partiamo dalle due dichiarazioni rilasciate in sequenza una dietro l’altra in poche ore.
Nel primo pomeriggio di ieri il Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci dalla sua pagina Facebook ha pubblicato il seguente post, rilanciato poi da diverse testate.
“Mi segnalano gravi inadempienze da parte di Alitalia riguardo alle misure di distanziamento sociale sugli aerei dalla Sicilia verso la Capitale. In particolare, sul volo Catania-Roma di stamane sarebbero stati imbarcati ben 96 passeggeri, senza la possibilità, dunque, di potere usufruire degli spazi adeguati che l’emergenza sanitaria impone. Mi auguro che si sia trattato di un episodio isolato, sia pure deplorevole e ingiustificabile. Anche perché, invece, sul successivo volo di collegamento da Fiumicino per Milano è stato utilizzato un aereo più grande che ha consentito ai passeggeri di viaggiare più distanziati. Non si spiegherebbero, altrimenti e reiterate imposizioni delle misure stringenti per contrastare il diffondersi della pandemia. Non si giustificherebbe, soprattutto, la linea sostanzialmente di rigore sulla quale il governo nazionale ha deciso di proseguire. Qui in Sicilia c’è un’intera economia che, alla luce dei numeri assai contenuti del contagio, chiede di potere ripartire, naturalmente con tutte le precauzioni necessarie. Su quanto accaduto stamane esigo un rapido chiarimento da parte di Alitalia e la garanzia assoluta che le disposizioni di sicurezza anti Covid vengano categoricamente rispettate. Si tratta di non mettere minimamente a rischio la #salute della gente. Anche perché la maggior parte delle persone che viaggia in questo periodo è costretta a farlo per motivi di salute e quindi di per sé già debilitata. Su questo saremo inflessibili e siamo pronti ad assumere eventualmente ogni iniziativa per salvaguardare i siciliani”.
In serata, alle 20,15, arriva attraverso l’agenzia Ansa una laconica risposta di Alitalia. “Tutti i voli Alitalia sono operati nel rispetto delle normative in vigore che prevedono il metro di distanziamento a bordo solo per i voli dall’estero verso l’Italia. Per i voli nazionali, dove tale distanza sarà obbligatoria dal 4 maggio, Alitalia ha da tempo predisposto una autolimitazione con un riempimento massimo del 55% dei posti disponibili“.
A questo punto, essendo noi presenti su quel volo ed essendo stati i segnalatori al Governatore Musumeci di quella inadempienza, raccontiamo meglio cosa è successo e facciamo una riflessione più ampia.
Due pesi e due misure. La premessa è d’obbligo. Dove il sentimento nazionale di solidarietà unisce tutto il popolo italiano, arriva Alitalia e frattura il Paese in due, come da sempre è abituata a fare.
Ieri, sul volo Catania-Roma delle 11:10, su un Airbus 320 diretto alla Capitale c’erano a bordo 96 persone. In tempi pre Covid-19 questa sarebbe stata di per sé una notizia, tenuto conto che i voli da e per Catania su Roma e Milano registrano di norma il pienone con qualsiasi compagnia aerea, e far volare un velivolo con metà della sua capienza sarebbe una eccezione, al punto da meritare proprio attenzione mediatica. Ma questi sono tempi di Covid-19, con disposizioni molto stringenti del Governo sulla mobilità delle persone, sul rispetto delle distanze e sulla reiterazione del lockdown per molte categorie produttive costrette a rimanere chiuse anche quando già operano in condizioni di sicurezza. Dunque, non si capisce perchè Alitalia debba avere sempre il salvacondotto di Stato e la compagnia debba fare le solite furbate.
La furbata è che il volo formalmente sarebbe in regola, se si imbarcano 96 persone su un modello di aeromobile, l’Airbus 320, che può contenerne teoricamente fino a 195; la percentuale di occupazione, pari a 49, 23%, rimane infatti al di sotto di quel 55% che Alitalia, stabilendo regole tutte sue, ha decretato come l’occupazione massima dei velivoli a partire dal 4 maggio proprio per rispettare le distanze. Peccato però che ieri era il 29 aprile e che la capienza massima dei velivoli è solo nominale e che negli aerei facendo accomodare le persone in una fila dietro l’altra, la distanza di un metro non si rispetta. Figuratevi al momento di lasciare il velivolo, quando tutti si alzano in piedi, prendono il bagaglio dalla cappelliera e attendono di uscire dalla porta anteriore, senza che nessuno fra hostess e steward dia disposizioni su come rispettare le distanze e far defluire ordinatamente le persone. Ma i problemi, si sa, stanno sempre nell’inciviltà delle persone, non nella disorganizzazione delle grandi compagnie di stato. E se poi gli incivili provengono dalla Sicilia, il gioco è fatto. Sono i meridionali gli “inferiori” d’Italia, come direbbe il buon Vittorio Feltri che ultimamente sembra però un po’ malandato.
Se poi aggiungi che, in fila ai banchi del check-in a Fontanarossa, abbiamo sentito dire che i prenotati su quel volo erano 103 e che ne avrebbero imbarcati al massimo 96, come poi in effetti è stato, e che ahimè quel 103 è sempre sotto la soglia del 55%, Alitalia con la seconda furbata casca sempre in piedi come i gatti. Tutto in regola, tutto a norma, secondo loro. Infatti, nell’aerostazione di Catania, le persone erano tutte in fila ordinatamente rispettando la distanza di sicurezza. Poi una volta entrati nel regno di Alitalia, a bordo l’ammassamento rimane solo un problema dei passeggeri e dunque una questione di inciviltà, a maggior ragione se siciliani.
Peccato però che su altri voli, e noi abbiamo preso il successivo da Fiumicino per Malpensa delle 13.15, hanno imbarcato una trentina di persone e hanno messo a disposizione un Airbus 330, capienza massima nominale 440 posti, dove i passeggeri sono entrati ordinatamente, si sono seduti comodamente e distanziati, sono usciti in modo civile e rispettando il metro di sicurezza. Due pesi e due misure, con l’aggiunta della solita immancabile furbata però. La terza furbata. Arrivati a Malpensa, sulla navetta che portava all’aerostazione, hanno autorizzato l’accesso a trenta e passa persone, anziché le 20 massime consentite. Ma vabbè, chi vuoi che ne se accorga che c’è scritto proprio sulle portiere delle navette che è consentito far entrare fino a 20 persone?
Insomma, furbate e salvacondotto. Furbate da parte di quella che, con tutti i soldi che ha drenato allo Stato, dovrebbe essere una grande compagnia di bandiera, competitiva sui mercati internazionali, in grado di unire e non di dividere il popolo italiano. Salvacondotto perchè non si capisce come mai milioni di piccoli imprenditori e partite IVA, oggi perfettamente a norma e che hanno già investito quattrini per riaprire ancor più in sicurezza, debbano rispettare le prescrizioni governative, mentre Alitalia è libera di darsi regole tutte sue.
Un’ultima nota triste. Per un volo “di necessità” A/R da Catania a Milano in tempi di Covid-19, abbiamo pagato 350 euro a persona. In due insomma, si paga più delle 600 euro che lo Stato riconosce alle partite IVA e ai piccoli imprenditori per avere ristoro all’epoca della pandemia.
*l’articolo del giornalista e professore universitario è stato pubblicato sulla testata online www.sicilianetwork.info, diretta da Katya Maugeri. Ringraziamo l’autore e il direttore responsabile per la gentile concessione.