CATANIA, LA PROPOSTA: «SALUTE, AUTONOMIE LOCALI E POLITICHE SOCIALI: COORDINAMENTO INTERASSESSORIALE CON COMUNI E RETE CIVICA DELLA SALUTE»

CATANIA, LA PROPOSTA: «SALUTE, AUTONOMIE LOCALI E POLITICHE SOCIALI: COORDINAMENTO INTERASSESSORIALE CON COMUNI E RETE CIVICA DELLA SALUTE»

CATANIA – Sviluppare il processo d’integrazione tra Rete Civica della Salute (RCS), Conferenza dei Comitati Consultivi (CCA) delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere della Regione Siciliana, Amministrazioni locali. Stimolare i tre Assessorati siciliani (Salute; Autonomie Locali e della Funzione Pubblica; Famiglia, Politiche Sociali e del Lavoro) affinché ci sia una interconnessione nei rispettivi indirizzi delle politiche intersettoriali di attuazione delle Misure 5 e 6 del PNRR. Invitare i sindaci a irradiare il principio di sussidiarietà, evidenziando l’importanza della RCS nello sviluppo dell’assistenza sanitaria regionale e nel rafforzamento dell’assistenza primaria sul territorio. Queste le proposte emerse durante il webinar che si è tenuto ieri pomeriggio (14 dicembre) “I Sindaci per il benessere dei cittadini: il contributo della Rete Civica della Salute”. 

La sfida più grande è quella della riorganizzazione territoriale: «Una commissione interprovinciale permanente tra ANCI Sicilia e RCS, di sussidio e monitoraggio dell’attuazione della Misura 6 del PNRR, così come previsto dal decreto ministeriale 77/2022 – ha proposto Pieremilio Vasta, coordinatore regionale RCS – Inoltre sarebbe necessario constituire un tavolo tecnico di coordinamento delle politiche “One Health” tra gli assessorati regionali Salute, Politiche Sociali, Enti Locali e RCS, per l’interconnessione dei rispettivi indirizzi delle politiche intersettoriali di attuazione delle Misure 5 e 6 del PNRR (integrazione socio-sanitaria e rafforzamento della sanità territoriale), della “Linea 5.5” del Piano Regionale di Prevenzione e dell’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo sostenibile».

 

L’evento ha riunito intorno al tema della salute i rappresentanti delle Amministrazioni regionali e comunali, manager ospedalieri, membri di ANCI Sicilia e i coordinatori regionali di RCS. È stata l’occasione per rafforzare l’Accordo di Collaborazione triennale tra ANCI Sicilia, RCS e CCA «per la realizzazione di un sistema di sviluppo partecipato attraverso percorsi di sensibilizzazione, educazione e politiche attive nel campo della Sanità – ha proseguito Pier Francesco Rizza, presidente Conferenza CCA – Alla base dell’Accordo c’è la considerazione dell’imprescindibile valore dei Comuni quali Istituzioni di prossimità della cittadinanza e perciò luogo privilegiato per fare acquisire nuova consapevolezza sul fatto che prendersi cura di sé, dell’altro e dell’ambiente in cui si vive è un compito personale che però può essere svolto con successo solo attraverso un’azione collettiva. La legge n 5 del 2009 ha instituito i Comitati Consultivi Aziendali: organismi per la partecipazione istituzionale dei cittadini al servizio sanitario regionale».

«Abbiamo un’enorme carenza di attenzione per il benessere dei cittadini e le nostre strutture vivono purtroppo una crisi strutturale – dichiara Leoluca Orlando, presidente ANCI Sicilia – è necessario analizzare il tema complessivo dell’organizzazione sanitaria ponendoci dalla parte dei cittadini, i quali hanno il sacrosanto diritto di fruire degli stessi servizi e delle stesse strutture sanitarie in tutte le regioni d’Italia. E il divario può aggravarsi irreversibilmente con l’autonomia differenziata, ma i cittadini hanno soprattutto diritto ad avere lo stesso livello di benessere e la stessa qualità di integrazione socio-sanitaria che oggi crea ancora troppi disservizi e diseguaglianze».

Occorre un comune impegno nella consapevolezza che l’unico modo per migliorare il sistema è una collaborazione in ambito regionale e locale. L’emergenza Covid ha lasciato in eredità una lezione che va ascoltata. «L’incontro di oggi rappresenta un primo importante momento in un percorso che ci vede operare insieme per migliorare la qualità dei servizi sociali, socio-sanitari e socio-assistenziali – spiega Mario Emanuele Alvano, segretario generale dell’ANCI Sicilia – vi è la comune volontà di portare avanti azioni e iniziative per favorire il reale benessere dei cittadini anche attraverso la prevenzione, che non può essere limitata ai necessari screening per evitare l’insorgere di patologie e disturbi, ma vuole guardare alla qualità dell’alimentazione, al contrasto delle varie forme di dipendenza e dei disturbi psicologici che ne sono alla base».

Interessanti gli interventi di Giada Li Calzi (advisor RCS, Social Innovation Manager IRCCS G. Gaslini), che ha delineato la cornice culturale e sociale su cui si sviluppa il progetto RCS, e di Daniela Faraoni (direttore generale ASP di Palermo) che ha ribadito, prendendo spunto dalla sua esperienza professionale, quanto sia necessaria una coralità esecutiva nelle attività sociosanitarie. «La pandemia ha evidenziato delle criticità nel sistema – afferma Francesco Paolo La Placa, dirigente servizio programmazione territoriale assessorato Regionale della Salute – ma allo stesso tempo ha confermato che è necessaria una collaborazione tra le istituzioni per il futuro. In questo senso, le Case della comunità, luoghi dove si realizza l’integrazione tra operatori sanitari e sociali possono diventare un modello organizzativo per la medicina di prossimità. Ma gli obiettivi si possono raggiungere solo se si uniscono le forze».

«Crediamo fortemente nella necessità di mettere insieme le forze per il bene dei cittadini – afferma Andrea Messina, assessore regionale delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica – il sussidio deve essere destinato al raggiungimento di un unico obiettivo: migliorare le condizioni di salute del sistema sanitario regionale. La salute è un bene comune».

Hanno partecipato all’incontro anche Giuseppe Laccoto (presidente Commissione Salute, Servizi Sociali e Sanitari), Maurizio Lanza (direttore generale ASP di Catania) e Guido Giarelli (coordinatore nazionale Sociologi della Salute e Medicina).

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