CATANIA – Il nuovo segretario del PD siciliano dovrà essere eletto attraverso primarie o in un congresso con il voto dei militanti?
Questo è il tema politico che sembra agitare il partito in questi giorni. Due strade, due concezioni del partito. Officina Democratica, coerentemente con le ragioni del proprio essere, non ha dubbi: il partito ai militanti!
Officina Democratica in una nota afferma: “La crisi della politica e, di conseguenza, anche quella del partito, è soprattutto crisi di partecipazione. Le sezioni vuote sono il sintomo del malessere ma, allo stesso tempo, il male. Il militante non è semplicemente un elettore, ma il tassello di una comunità di donne e uomini che dedicano tempo, energie per dare corpo al partito. La crisi della politica ed inevitabilmente anche del partito, è anche crisi di identità.
Le attività nelle sezioni, negli organismi e i congressi, a tutti i livelli, costituiscono i momenti di riflessione, confronto e decisione per la determinazione dell’identità.
E’ un processo necessariamente collettivo, partecipato e condiviso, nel quale, per nelle differenze, i membri della comunità si riconoscono l’uno nell’altro.
La crisi della politica e purtroppo anche del partito è, in ultimo, crisi di democrazia.
Trasferire i momenti decisionali fuori dagli organismi deputati, consegnandoli ad una platea indefinita ed indefinibile dei “possibili elettori” è suggestivo, ma fuorviante.
Non esiste democrazia senza l’individuazione certa del popolo che ha diritto di voto: una comunità deve essere padrona di se stessa.
Il ricorso alle primarie per l’elezione del segretario – conclude la nota – è la conclamata trasformazione del partito da comunità di militanti a comitato elettorale, è l’abbraccio esiziale al liderismo. E’, in ultima analisi, la definitiva perdita di senso della militanza.
Uscire dalla crisi della politica e del partito, è possibile recuperando il meglio del passato della nostra storia: restituiamo il partito ai militanti!”