CATANIA,  SAN FRANCESCO, DA LIBRINO GLI AUGURI DEI BAMBINI AL SANTO PADRE  PRESTI: «IL CANTICO, STRUMENTO CONTRO L’ANALFABETISMO EMOTIVO»

CATANIA, SAN FRANCESCO, DA LIBRINO GLI AUGURI DEI BAMBINI AL SANTO PADRE PRESTI: «IL CANTICO, STRUMENTO CONTRO L’ANALFABETISMO EMOTIVO»

CATANIA – Ascoltare oggi le parole del presidente di Fiumara D’Arte Antonio Presti, è come aprire una parentesi di luce tra le righe di una contemporaneità offuscata. Nella società delle emoticon e dei “tvb”, sentire parlare di valori, di arte, bellezza, cultura e storia, senza sincopare frasi ed emozioni, senza ricorrere al telefonino per far squillare il cuore, rappresenta un momento per ponderare presente e futuro. Per immaginare quale possa essere l’unico sbocco, se la strada intrapresa dai giovani rimane quella che oggi li vede correre alla velocità del digitale. Ripartire dalle scuole, agenzie educative e di crescita, valorizzando parole e pensieri, note di musica e colori, per eliminare il grigiore e riscoprire il calore di uno sguardo «diventa l’obiettivo da seguire – spiega il maestro Presti – per amplificare i sentimenti e nutrire le nuove generazioni con la bellezza». Per questo il “Cantico di Librino” è stato pensato e ideato per creare quel momento catartico che proietta, dentro chi guarda, una nuova consapevolezza: oltre 1000 volti degli abitanti del quartiere, su banner giganti posizionati sui pali che circondano le loro case e le loro strade, «consentiranno di stabilire quel momento di collegamento con l’universale. È stato un grande lavoro di ricerca, volto a costruire un senso di condivisione che parte dalla fruizione artistica quotidiana». Stamattina presso il cortile dell’Istituto Angelo Musco, la presentazione ufficiale, che nei prossimi giorni vedrà la fase operativa dell’installazione monumentale. A incorniciare gli sguardi di bambini, adolescenti, uomini, donne e anziani, le parole del cantico di San Francesco d’Assisi, uomo che proprio oggi il Papa ha definito “missionario di speranza”: «È da qui, da questo territorio abbandonato ma affamato di fiducia – continua Presti – che le voci dei più piccoli si uniscono in coro per lanciare gli auguri di buon onomastico al Santo Padre, che richiama il Vangelo per far conoscere Gesù vivo, che parla al cuore e cambia la vita, così come cita il tweet lanciato proprio oggi dal Pontefice». Ed è su queste armonie che stamani si è innestata la manifestazione che ha visto presenti tutti i referenti di parrocchie e associazioni del quartiere: un momento che ha coinvolto in prima persona i giovani del liceo musicale e che la dirigente scolastica Cristina Cascio ha definito «denso di significato simbolico, per i valori e le suggestioni custodite tra le parole e le azioni di Antonio Presti». Presente all’evento anche il primo cittadino Salvo Pogliese, che non è voluto mancare per lanciare un messaggio ai ragazzi e a tutta la comunità presente: «Supporteremo Antonio Presti in tutte le iniziative che vorrà mettere in campo, con spirito di collaborazione e condivisione – ha detto alla platea – il presidente di Fiumara d’Arte, intellettuale e maestro che tanto continua a dare e donare alla nostra città, rappresenta un grande punto di riferimento per un quartiere che deve vivere momenti di rigenerazione e rinascita: un’altra sfida che questa Amministrazione si propone di portare avanti con forza, lavorando ogni giorno e sostenendo tutte le iniziative volte a raggiungere questo obiettivo». E proprio per ricostruire i luoghi della conoscenza e gli spazi legati ai sentimenti, che Presti ha dichiarato: «Dopo cinque anni di lontananza da un quartiere che amo con tutte le mie forze e per cui ho lavorato tanto, ritorno tra questa gente con più energia e consapevolezza. Prossimo passo sarà quello di portare a compimento il Museo dell’Immagine e dell’Arte Contemporanea di Librino, con le macro-installazioni sulle facciate dei palazzi di cemento. Ho speso tutta la mia vita per creare presidi etici ed estetici e continuerò a farlo nel segno della cultura, contro l’ignoranza e l’analfabetismo funzionale di ritorno che oggi si chiama “schiavitù” dell’anima». I laboratori fotografici del progetto hanno visto all’opera per diversi mesi centinaia di fedeli e i fotografi Arianna Arcara, Luigi Auteri, Valentina Brancaforte, Cristina Faramo, Claudio Majorana, Alessio Mamo, Orazio Ortolani, Maria Sipala, coordinati dal catanese pluripremiato Antonio Parrinello, con la straordinaria partecipazione del rinomato fotografo franco-iraniano di National Geographic Reza Deghati e del fratello e collega Manoocher.

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