CATANIA – Sull’accordo tra la Regione siciliana e l’Aiop-Aris sui tetti di spesa e le risorse pubbliche per l’assistenza ospedaliera privata, relativamente al biennio 2022 – 2023, interviene con una nota la federazione Ugl Salute Sicilia, esprimendo il pensiero favorevole da parte dell’organizzazione sindacale. “Abbiamo preso atto positivamente dell’iniezione di nuova linfa economica a supporto del sistema sanitario regionale – dice il segretario regionale Carmelo Urzì. L’aumento del budget e delle quote per le strutture della sanità privata non deve essere interpretato come un depauperamento delle risorse del settore pubblico, ma piuttosto come una vera e propria integrazione. Il privato, infatti, non va visto come un nemico nè come un competitor, bensì come un valido elemento di aiuto dato che rappresenta una boccata d’ossigeno per le attività pubbliche oggi sempre più ingolfate. Il rovescio della medaglia è che questo deve garantire degli standard precisi, livello che oggi si può raggiungere grazie a questa nuova intesa ed il relativo aumento dei budgets. Tutte le aziende sanitarie private, infatti, in questo modo avranno la possibilità di assicurare le medesime prestazioni del pubblico e per questo riteniamo che debbano rispettare i requisiti di dotazione organica rispettando gli standard previsti dalla normativa delle strutture pubbliche.” Proprio su quest’ultimo aspetto l’esponente di Ugl Salute ribadisce la necessità di una riforma non più procrastinabile. “Ancora una volta rappresentiamo l’urgenza di mettere mano alla revisione della legge regionale, la n° 39 del 1988, non essendo più possibile immaginare centri privati con standard risalenti a trent’anni fa dove persino la figura dell’Operatore socio sanitario (oggi fortemente già presente nel pubblico) non è prevista – rimarca Urzì. Peraltro, a nostro avviso – questo accordo apre una nuova pagina nella nostra sanità siciliana, rilanciando appieno la necessità di avere una gestione unica delle liste d’attesa delle prenotazioni, tramite Cup unico regionale. Così si avrebbe la possibilità di armonizzare la gestione pubblica e privata di queste strutture, tenuto conto che in un momento di sovraffollamento e di carenza dei posti letto degli ospedali pubblici i ricoveri (soprattutto quelli di minore entità) potrebbero smistate nelle aree di degenza delle case di cura private che contribuirebbero a smistare i pazienti dei pronto soccorso. Siamo convinti – concludono i due esponenti della Ugl Salute Sicilia – che questo metodo possa servire a gestire nel modo migliore l’intero sistema e permettere un impiego corretto dei fondi pubblici e siamo certi che, anche in questo caso, la Regione accoglierà questo nostro suggerimento.”