CATANIA – “Scioperiamo perché il Governo con la Finanziaria taglia la spesa sociale e prevede misure economiche che peseranno maledettamente su lavoro, pensioni e servizi fondamentali come Sanità, Scuola e Trasporti. Insomma, ancora una volta sta per piovere sul bagnato a Catania, capitale del disagio, in tutta la Sicilia e nel Meridione”. Lo affermano i segretari di Cgil e Uil Catania, Carmelo De Caudo ed Enza Meli, che stamattina hanno partecipato in via Etnea dinanzi alla Prefettura al sit-in di protesta nella prima giornata dello sciopero generale proclamato dalle due organizzazioni sindacali. Lunedì 20, invece, lavoratrici e lavoratori insieme con pensionate e pensionati etnei parteciperanno massicciamente alla grande manifestazione in programma a Siracusa che sarà conclusa dal leader nazionale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, dopo gli interventi dei segretari di Cgil e Uil Sicilia Alfio Mannino e Luisella Lionti.
“Cgil e Uil – hanno spiegato stamattina in via Etnea Carmelo De Caudo ed Enza Meli – uniscono le proprie energie per cambiare la proposta di legge nazionale di Bilancio e le politiche economiche e sociali fino ad ora messe in campo dal Governo. I lavoratori catanesi sono con noi perché rivendicano meno diseguaglianze e più sviluppo. Stiamo mettendo in pratica un percorso che vogliamo porti risultati concreti in materia di lavoro, ovvero di salari e contratti, lotta alla precarietà e sicurezza. Ma chiediamo anche politiche industriali vere, un fisco giusto, provvedimenti urgenti in fatto di previdenza e rivalutazione delle pensioni, investimenti su Sanità e Istruzione specie in un territorio quale il nostro che è segnato tanto da gravi carenze ospedaliere quanto da fenomeni di povertà educativa e dispersione scolastica. Intanto, cresce la generazione-trolley di ragazze e ragazzi costretti a emigrare, prima al Nord e poi all’estero, per poter studiare e lavorare”.
I segretari di Cgil e Uil Catania aggiungono: “Sono molte le ragioni per contestare un Esecutivo capace solo di ascoltare le proprie ragioni e snobbare idee, richieste e proposte presentate da Cgil e Uil. Ci riferiamo, tra l’altro, al personale del Pubblico impiego che oggi è sceso in strada e nelle piazze d’Italia perché a loro e alle loro famiglie vengono negate persino risorse sufficienti a compensare quel 16 per cento di potere di acquisto eroso negli ultimi due anni dall’inflazione”.
“Riteniamo inoltre cruciali – concludono Carmelo De Caudo ed Enza Meli – le questioni che riguardano il trasporto pubblico e privato, la logistica e i servizi di pubblica utilità. Chiediamo adeguamenti salariali in linea con il carovita per questi lavoratori, oltre a interventi seri su turni massacranti e sicurezza che non c’è. Rivendichiamo, inoltre, risorse per garantire effettivamente il diritto costituzionale alla mobilità che è negato nei fatti ai catanesi e ai siciliani anche a causa di una rete infrastrutturale indegna di un Paese civile. Adesso, basta! Lo diciamo oggi a Catania, lo diremo ancora con più forza e determinazione lunedì a Siracusa”.