CATANIA – “Negare la fascia 1 di rischio sismico a Catania è un’assurdità, oltre che un danno per i cittadini. Il presidente della Regione ascolti almeno la Scienza, se proprio non vuole stare a sentire le ragioni della Uil”. Lo affermano le segretarie generali di Uil Sicilia e Uil Catania, Luisella Lionti ed Enza Meli, che spiegano: “Proprio in queste ore, l’Università cittadina con il professore Carmelo Monaco ha ricordato gli studi sulla faglia Alfeo-Etna e sottolineato come il terremoto della scorsa notte registrato al largo della costa ionica tra Catania e Siracusa sia stato causato dalla riattivazione di questa enorme struttura sismogenetica. Siamo di fronte a un’ulteriore conferma delle ragioni che da anni spingono la Uil assieme alla Feneal-Uil a denunciare limiti e paradossi della classificazione sismica, peraltro recentemente rivista dalla Regione. Tranne quattro, tutti i comuni della provincia di Catania sono rimasti in fascia 2 mentre sono stati opportunamente rivalutati fra le aree di massimo rischio centri come Siracusa e Augusta, interessati dal recente sisma”. Luisella Lionti ed Enza Meli concludono: “Il presidente della Regione, il catanese Nello Musumeci, ha nei mesi scorsi evidenziato le opportunità offerte dalla riclassificazione sismica per la realizzazione di opere di consolidamento infrastrutturale e negli edifici, pubblici e privati, che da tempo vengono sollecitate dagli esperti. Catania e la gran parte della sua provincia ne restano fuori. Non chiediamo che il presidente Musumeci dia retta alla Uil. Presti ascolto, però, agli scienziati dell’Ateneo catanese per i quali, riferiamo testualmente, il terremoto della scorsa notte ci ricorda come la Sicilia sia al centro di eventi sismici tra i più distruttivi del Mediterraneo e come la prevenzione e mitigazione del rischio sismico e vulcanico non possa prescindere da un’analisi dettagliata del territorio. Perché, allora, la Regione e il suo presidente rispondono solo con indifferenti alzate di spalle alle nostre richieste, alle nostre proteste?”.