CATANIA – “Attendiamo con ansia il decreto sul caro-energia che il Consiglio dei ministri dovrebbe discutere domani. Ci auguriamo non venga ancora una volta ignorata la drammatica condizione di imprese come Acciaierie di Sicilia, che da sempre è penalizzata da un costo della bolletta elettrica più alto a Catania e nella nostra Isola rispetto ad altre aree del Paese. E che quindi adesso è maggiormente esposta al rischio di ulteriori tagli nella produzione, oltre quelli già effettuati nei giorni scorsi”. Lo affermano i segretari generali di Uil e Uilm di Catania, Enza Meli e Giuseppe Caramanna, che dieci giorni fa aveva lanciato l’allarme sulla crisi provocata dalla stangata energetica in aziende “energivore” come Acciaierie di Sicilia, costretta a sospendere tre turni lavorativi. Enza Meli e Giuseppe Caramanna, che fanno appello “a tutte le forze politiche del nostro territorio perché facciano sentire al Governo la voce del nostro territorio”, ricordano come siano pericolosamente in bilico 400 occupati, tra dipendenti dello stabilimento nella zona industriale e indotto. Gli esponenti sindacali, infine, ribadiscono “la preoccupazione dei lavoratori e della nostra organizzazione per la sopravvivenza di Acciaierie che aggraverebbe quel fenomeno di desertificazione produttiva sempre più evidente a Catania”.
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