CATANIA – E’ stato un successo lo spettacolo “KA-BE”acronimo di Krankenbau, infermiera”, portato in scena, domenica scorsa, sul palcoscenico del Centro Nazionale di Produzione della Danza “ ScenarioPubblico” di Catania. Lo spettacolo figura di primo piano nel settore della danza contemporanea internazionale, la coreografia di Laura Odierna e Salvo Romania, interprete e regista. Le musiche di Salvo Amore alle chitarre, Carlo Cattano al sax e ai flauti e Giovanni Arena al contrabbasso. Lo spettacolo è stato curato e promosso dall’associazione “ Megakles Ballet” con il contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e dell’ Assessorato Turismo Sport Spettacolo Regione Sicilia. Intorno al concept“ Pensare”, si crea un evento che sarebbe dovuto andare in scena a Gennaio per ricordare la giornata della memoria ma, per motivi socio-sanitari oggettivi, la data si sposta e coincide con un altro evento triste di guerra. Questa volta si tratta di un evento storico del 2022: l’ invasione dell’ Ucraina da parte della Russia.
Allora…davvero KA-BE serve a pensare, a riflettere e a considerare che la storia dovrebbe insegnare a non ripetere gli errori del passato, ma non tutti ne fanno tesoro e purtroppo preferiscono dimenticare…
E’ subito notte…scende l’oscurità assoluta negli spazi teatrali, il silenzio cala nella sala, i respiri degli spettatori sembrano spenti come le luci, i loro occhi guardano il buio e cercano qualcosa o qualcuno nel vuoto che li circonda, si avverte persino quell’ alito di vento fresco…anche se non c’è.
E’ forse l’epilogo di ciò che un uomo annientato dalla guerra sperimenta sulla propria pelle? Forse l’unica cosa che gli rimane…
La direzione artistica e la regia hanno rappresentato magnificamente il peso di quei momenti atroci dell’umanità, attraverso atmosfere cupe, grigie, essenziali, quasi a richiamare l’entourage del teatro dell’Assurdo,dove l’essere umano è sospeso nel tempo, incapace di cambiare il suo destino, impotente di fronte al senso di vuoto e alla snervante inutilità dell’esistenza. La forte presenza del nero negli spazi del palcoscenico, scrive come inchiostro la trama degli eventi.
La loro concatenazione avvienestraordinariamente tramite il linguaggio del corpo di Salvatore Romania il quale, attraverso le linee che crea, riesce a tracciare i pensieri dell’uomo vittima di quella guerra, i suoi respiri, il peso tagliente del suo dolore che percorre lungo tutto il corpo, si insinua nei tendini, si avvinghia nei muscoli, arriva al cuore lo annienta…fino ad esplodere nella testa…svuotata dai suoi pensieri più belli. Quel dolore ha portato via i suoi progetti per il futuro, i suoi sogni, ha cancellato ogni sentimento, ha annientato la dignità di essere umano. Nella sua mente ripercorre uno scenario di forti sofferenze fisiche ed emotive…fino ad esplodere in una follia, in un annichilimento di tutte le sue forze e potenzialità.
L’ espressione facciale e la perfetta mimica del corpo, raccontano quanto l’essere umano sia schiacciato fino ad accasciarsi a terra, fino a farsi distruggere da un sistema politico che lo ha privato di tutto…lasciandolo senza nulla, neanche la sua identità… solo la sua pelle e il peso del suo dolore.
Le immagini recitate dalla coreografia, le musiche dal vivo che sottolineano la veriticità degli eventi, il buio amorfo, il silenzio eloquente e i sospiri stridenti… suscitano allo spettatore forti emozioni e riflessioni. Mentre si riaccendono le luci e ci si desta da quella realtà teatrale, lui pensa che l’umanità non ha subìto evoluzioni quando si parla di potere, dal momento che ancora oggi, l’uomo è annientato da un altro uomo che sarà sordo al battito del cuore, al flusso della memoria, al calore degli abbracci e al sapore dell’Amore.