CATANIA – Apprendiamo con profondo disappunto che la società che gestisce l’aeroporto di Catania (SAC), che, di fatto gestisce anche l’aeroporto di Comiso (la SOACO è controllata dalla SAC), è pronta a vendere tra il 60% ed il 70% delle quote ai privati – lo dichiarano il coordinatore regionale e provinciale di Art1 Pippo Zappulla e Antonino Landro . Esprimiamo una forte contrarietà all’operazione – affermano i due esponenti di Art1 – perché in tal modo si sferra un ulteriore attacco al sistema pubblico della mobilità vendendo incomprensibilmente i gioielli di famiglia: l’aeroporto etneo rappresenta l’unico vettore che consente ai cittadini di tutta la Sicilia orientale di avere un reale collegamento con l’intero Paese, in una Regione senza strade e ferrovie dignitose. Negli ultimi anni, l’aeroporto ha avuto un incremento di passeggeri in misura esponenziale diventando uno degli scali piu’ importanti dell’intero Paese, perché vendere allora? I fautori delle vendite, in primis i più elevati esponenti del centrodestra siciliano (il Sindaco di Catania, Salvo Pogliese, ed l’esperto del Governo Musumeci, Riggio) affermano che è l’unica strada per ricorrere agli investimenti è quella dei privati. Articolo 1 ritiene che la soluzione migliore sia quella di una corretta gestione pubblica, anche attraverso la riduzione dei compensi agli organi di vertice della società e la eliminazione degli sprechi. Un piano di investimenti è possibile – dichiarano Zappulla e Landro – anche con il totale controllo pubblico, utilizzando oculatamente gli utili di uno dei più importanti scali aeroportuali del nostro Paese. La vendita ai privati rischia, invece, di produrre un ulteriore aumento dei costi per i cittadini già tartassati da un sistema tariffario sempre più elevato. La storia anche recente ci dovrebbe, peraltro, insegnare che la spinta ideologica verso la privatizzazione di servizi fondamentali per la collettività e delle grandi infrastrutture spesso ha portato ad ottenere enormi profitti per pochi e a lasciare i debiti alla pubblica amministrazione, scaricando sui cittadini e le comunità i costi economici e sociali. Il Governo Nazionale, i Ministri Di Maio e Toninelli, l’esercito di parlamentari siciliani eletti con il Movimento 5 Stelle, che avevano puntato il dito contro la società Autostrade, in occasione del drammatico crollo del Ponte Morandi, dove sono?
La Sicilia orientale rischia così un ulteriore impoverimento invece di realizzare un vero piano di investimenti che migliori e potenzi i collegamenti da e per l’aereoporto di Catania anche in sinergia con quello di Comiso un pesante e grave impoverimento. Impegniamo, pertanto, – concludono Zappulla e Landro – i nostri Parlamentari di Articolo 1 ad intervenire ufficialmente sul tema chiedendo con una interrogazione urgente al ministro competente cosa intende fare sul tema ed esponendo la nostra forte contrarietà alla svendita degli aeroporti della Sicilia Orientale. Il diritto alla mobilità è e rimane uno dei tratti da cui passa lo sviluppo civile della Sicilia.