CATANIA – L’attesa del pubblico, che ha accolto con interesse e curiosità l’annuncio della presentazione di “Milena, la luna” – la storia d’ordinaria tristezza di un transessuale di San Berillo, il quartiere catanese della prostituzione – viene premiata con la diffusione del trailer e della sinossi del film scritto e diretto da Giuseppe Lazzaro Danzuso, con protagonista Debora Bernardi, con Aldo Toscano e la partecipazione straordinaria di Alessandra Cacialli. Il mediometraggio, autoprodotto della durata di quaranta minuti, sarà presentato in anteprima nazionale il 14 settembre alle 20.30 nella tonnara di Marzamemi (Siracusa) nell’ambito del Festival Internazionale del Cinema di frontiera e il giorno dopo a Catania, alle 19 nel Palazzo della Cultura, per Corti in Cortile. Si tratta del pilot di un progetto che prevede la realizzazione di altri due mediometraggi dedicati ai nuovi vinti del quartieri popolari di Catania.
La storia di Milena
Milena ha una lunga vita di sofferenza alle spalle, visto che è nata, lei profondamente donna, in un corpo sbagliato. E in una famiglia anch’essa sbagliata, perché troppo povera. E in un luogo sbagliato, la Sicilia dei vinti. Il destino l’ha condotta a non poter piùfischiare o baciare, mutilazione che la angoscia. Eppure Milena riesce ancora a provare gioie e slanci commoventi. In una stanza di quello che definisce il pisciatoio di Catania, ossia San Berillo, orrido e sublime quartiere della prostituzione, vive nel ricordo del Professore.
È lui l’amante che le ha fatto conoscere, attraverso un vecchio dizionario, la potenza delle parole, capaci di mutare il mondo. E che, conducendola nel tempio della musica, il Teatro Bellini, l’ha iniziata alla bellezza salvifica dell’Arte. Non vuol essere più una maravigghia, una freak, Milena, ma, colma di dignità nonostante gli affronti della sorte, sogna d’essere, come amava dire il Professore, “semplicemente un essere umano”. E danza alla luce della luna, immaginandosi circondata da nipotini.
Il trailer del film
Il video dura poco più di due minuti e mezzo e anticipa alcune delle sequenze del mediometraggio. Si comincia con quelle girate nelle campagne dell’Etna, nell’azienda Musa di Bronte, e che rimandano alla giovinezza di Milena quando, sulla motoape guidata dal padre, andava in gita con lui e la madre. Seguono quelle in cui una giovane Milena giunge a San Berillo, e, dalle altre ragazze impara a truccarsi e abbigliarsi. E quelle, struggenti, dell’incontro con il Professore. E dell’abbraccio alla statua di Bellini nel foyer del Teatro. Fino alle sequenze delle tragedie che, l’una dopo l’altra, piovono su Milena. E ancora le immagini, affascinanti, della Catania notturna dominata dal vulcano, delle pietre e dei murales di San Berillo illuminati dalla luna.
Gli altri interpreti
Gli altri interpreti del film sono Dora Marchese, Marcello Motta, Giuseppe Privitera, Aldo Seminara e Gianni Vinciguerra. Con Antonio Fisichella. Ci sono poi le donne che hanno accettato di farsi filmare sulle sedie bianche su cui, a San Berillo, si accomodano prostitute e trans: la giornalista Flaminia Belfiore, la presidente delle guide turistiche Giusy Belfiore, la cantante folk Simona Di Gregorio, la regista Monica Felloni, e ancora Anna Palmisano, medico ginecologo, e Lorena Russo e Giusy Sicari.
Costumi, musiche e parte tecnica
I costumi del film sono di Liliana Nigro, le musiche originali di Giancarlo Lazzaro Danzuso, mentre la Casta Diva di Vincenzo Bellini è eseguita al pianoforte dalla concertista Ketty Teriaca. Per quanto riguarda la parte tecnica, il direttore di produzione è Francesco Scuderi, quello della fotografia Francesco Caudullo e a firmare montaggio e postproduzione è Mel Pappalardo.
Il documentario sul backstage
Sia a Marzamemi che a Catania, la proiezione di “Milena, la luna” sarà seguita da quella di un documentario di quindici minuti sul backstage realizzato da Giacomo Seminara (videomaker catanese di 19 anni) con interviste al regista, ai protagonisti, agli altri attori e a tutti coloro i quali hanno lavorato a “Milena, la luna”, come opera di volontariato, si legge all’inizio del film, “per il suo significato sociale”.
Istituzioni e organismi impegnati
Vanno ringraziati Istituzioni e organismi come Accademia di Belle Arti di Catania, Catania Film Commission, Cgil Catania e Musa, azienda agricola Bronte. Ringraziamenti per la collaborazione anche a Polizia di Stato, Questura di Catania, Servizi Cimiteriali e Polizia municipale del Comune di Catania, e Teatro Massimo Bellini.
Le foto gentilmente concesse da Santo Consoli