Coronavirus,  Dpcm entro mercoledì: le chiusure di Conte . Coprifuoco per tutti

Coronavirus, Dpcm entro mercoledì: le chiusure di Conte . Coprifuoco per tutti

ROMA – Coprifuoco la sera in tutta Italia e tre Regioni – Lombardia, Piemonte e Calabria – che rischiano di dover adottare le misure più restrittive, compreso il lockdown generale. Prende forma il nuovo Dpcm che il governo dovrebbe varare entro mercoledì, anche se sono diversi i punti ancora in sospeso, proprio a partire dall’orario in cui scatterà il tutti a casa. Ci sarà una cornice nazionale, con interventi validi in tutta Italia, e misure per i singoli territori, con il Paese diviso in 3 fasce che corrispondono ad altrettanti scenari di rischio individuati con criteri “scientifici e oggettivi” approvati dall’Istituto superiore di Sanità: più è alta la diffusione del virus, più è in sofferenza il sistema sanitario, maggiori saranno le restrizioni.

LE MISURE NAZIONALI
In Parlamento il premier Giuseppe Conte parla di un «nuovo corpus di misure restrittive» indicando sette interventi che riguarderanno tutto il Paese: la chiusura nei giorni festivi e prefestivi dei centri commerciali, ad eccezione delle attività essenziali presenti all’interno (farmacie, parafarmacie, generi alimentari, tabacchi e edicole); la chiusura dei ‘corner’ adibiti alle attività di scommesse e giochi ovunque siano collocati, dunque stop alle slot machine nei bar e dai tabaccai; la chiusura di tutti i musei e di tutte le mostre; la riduzione della capacità di riempimento di bus e metropolitane del traporto pubblico locale con la capienza che passa dall’80% al 50%, una misura chiesta da mesi dal Comitato tecnico scientifico per ridurre la diffusione del contagio. Nel Dpcm viene inoltre prevista la didattica a distanza al 100% per le scuole di secondo grado, dunque per le superiori, anche se la formula utilizzata dal premier in Parlamento – «anche integralmente» – non chiarisce se si tratti di un obbligo o di una scelta lasciata agli istituti. Scuola dell’infanzia, elementari e medie continueranno invece ad essere in presenza, salvo che si trovino nelle aree in cui scatteranno ulteriori limitazioni a causa di un livello di rischio più alto. Gli ultimi due provvedimenti a livello nazionale riguardano il limite agli spostamenti da e per quelle regioni che hanno elevati coefficienti di rischio – che potrà essere derogato solo per comprovate esigenze lavorative, motivi di studio, salute e necessità – e il coprifuoco. Su quest’ultimo punto la discussione nel governo è ancora aperta: Conte ha parlato di «limiti alla circolazione nella fascia serale più tarda», il che sembrerebbe far decadere l’ipotesi di un coprifuoco alle 18. L’ipotesi emersa nel corso della riunione dei capidelegazione della maggioranza è di uno stop alle 21, ma non c’è ancora accordo. Tramontata definitivamente, invece, l’idea circolata ieri di una sorta di «lockdown generazionale», che prevedeva l’obbligo per gli anziani di restare a casa.

ITALIA DIVISA IN 3 FASCE
Alle misure nazionali si affiancheranno interventi mirati a livello locale. «Anche perché – ha spiegato il premier – oggi un regime restrittivo indistinto avrebbe un duplice risultato negativo”: non consentirebbe di adottare misure efficaci nei territori più a rischio e imporrebbe misure troppo severe laddove non sono necessarie. Dunque l’Italia sarà divisa in 3 zone: «si stabiliscono dei criteri – spiegano fonti di governo – che fanno scattare un automatismo; a determinati scenari, corrispondono determinate misure.» Nella prima fascia ci saranno le Regioni considerate a «rischio più alto», dunque quelle dove la situazione è compatibile a quella ipotizzata nello ‘scenario 4’ del documento dell’Iss: un Rt sopra l’1,5 e una “trasmissibilità non controllata» del Covid. Con i dati attuali ci finirebbero il Piemonte, la Lombardia – entrambi con Rt sopra il 2 – e la Calabria ma la situazione potrebbe cambiare: nelle prossime ore saranno disponibili i dati aggiornati del monitoraggio, con il Cts che si riunirà per analizzarli in modo da consegnare al governo la ‘fotografià più attuale della situazione epidemiologica in Italia. E’ questà la fascia in cui sono previste le misure più restrittive: dai lockdown locali a livello provinciale per almeno 3 settimane alla limitazione della mobilità individuale fino alla chiusura dell’intera Regione ad eccezione delle attività essenziali. In questa fascia si è già posta, autonomamente, la provincia di Bolzano: dopo aver lasciato aperti bar e ristoranti in contrasto con il Dpcm del 24 ottobre, ora ha annunciato un lockdown di 3 settimane.

In seconda fascia ci sono invece tutti quei territori in cui il fattore di rischio è compatibile con lo “scenario 3”, con un Rt tra 1,25 e 1,5 e una «trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo». In questo caso sono previsti interventi «lievemente meno restrittivi» ha detto il premier. Quali? Chiusura di attività, limitazioni alla mobilità in comuni e province, chiusura di scuole e università in base alla situazione epidemiologica. Nell’ultima fascia, la terza, finiranno invece tutte le Regioni che hanno un indice di rischio compatibile con lo ‘scenario 2’, dove l’Rt è tra l’1 e l’1,25. Stando all’ultimo monitoraggio disponibile, in questa fascia oggi ricadrebbero solo la Basilicata (1.04) e la Sardegna (1.12).

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