ROMA – E’ stato preso in esame il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 marzo 2020, che estende sull’intero territorio nazionale le misure di cui all’art 1 del DPCM 8 marzo 2020, nonché gli adempimenti da adottare secondo la direttiva inviata ai Prefetti dal Ministro dell’Interno per l’attuazione dei controlli.
In particolare.
Gli spostamenti potranno avvenire se motivati da esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute da attestare mediante autodichiarazione, che potrà essere resa anche seduta stante attraverso la compilazione di moduli forniti dalle forze di polizia.
Un divieto assoluto che non ammette eccezioni è previsto per le persone sottoposte alla misure della quarantena o che sono risultate positive al virus.
I controlli sul rispetto delle limitazioni della mobilità avverranno lungo le linee di comunicazione e le grandi infrastrutture del sistema di trasporti.
Per quanto riguarda la rete autostradale e la viabilità principale la polizia stradale procederà ad effettuare controlli acquisendo le autodichiarazioni.
Analoghi servizi saranno svolti lungo ala viabilità ordinaria anche dai carabinieri e dalle polizie municipali.
Per quanto riguarda il trasporto ferroviario, la polizia ferroviaria curerà con le collaborazioni del personale della Fs, della Protezione Civile e autorità sanitarie, la canalizzazione dei passeggeri in entrata e in uscita dalle stazioni al fine di consentire le verifiche sullo stato di salute dei viaggiatori anche attraverso apparecchi termoscan.
Inoltre saranno attuati controlli sui viaggiatori acquisendo le loro autodichiarazioni.
La veridicità dell’autodichiarazione potrà essere verificata anche con successivi controlli e la sanzione per chi viola le limitazioni agli spostamenti è quella indicata dal Dpcm 8 marzo 2020 (art 650 cp: inosservanza di un provvedimento di una autorità) salvo che non si possa. Al fine di fornire al pubblico una informazione non solo correttta ma quanto più esaustiva possibile, il personale operante provvederà anche ad informare i cittadini sulle conseguenze più gravi sul piano penale di un comportamento, anche solo colposo, non conforme all’iondicazione del DPCM che può portare a ipotesi di reato.