Coronavirus, il governo rinvia il referendum sul taglio dei parlamentari.

Coronavirus, il governo rinvia il referendum sul taglio dei parlamentari.

ROMA. Il governo ha rinviato il referendum sul taglio dei parlamentari, previsto per il 29 marzo. “Lo abbiamo deciso allo scopo di assicurare a tutti i soggetti politici una campagna elettorale efficace e ai cittadini un’informazione adeguata”, ha spiegato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà.”Non c’è ancora una nuova data, è un rinvio tecnicamente sine die”, ha aggiunto il premier Giuseppe Conte in una conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri. La nuova data sarà decisa entro il 23 marzo, sentiti anche i comitati del Sì e del No. Si dovrà tenere tra il 10 e il 31 maggio. Data unica con le regionali. “Siamo in una situazione di grave emergenza economica e stiamo cercando di recuperare ogni euro disponibile. Non possiamo permetterci che il referendum sia un costo aggiuntivo. Cercheremo di ottenere l’accorpamento di tutte le date, da qui a giugno, in un’unica data” .Così il capo politico reggente M5S Vito Crimi in una conferenza stampa al Senato. Referendum. Il fronte del No. “Qualora il Governo intendesse proporre un accorpamento con elezioni amministrative, i nostri costituzionalisti e gli avvocati sono già al lavoro per valutare tutti i possibili ricorsi avverso tale gravissima violazione delle basilari norme democratiche. Infatti al danno della mancata assicurazione di adeguata informazione attraverso i media, ad iniziare dalla tv pubblica, si aggiungerebbe la beffa di un referendum che sarebbe inevitabilmente travolto dalla battaglia tra i partiti”, annuncia la Fondazione Luigi Einaudi, impegnata sul fronte del No. La stessa posizione è espressa dai senatori Nannicini, Pagano e Cangini. Misure economiche. “Abbiamo stanziato 7,5 miliardi a sostegno delle famiglie e delle imprese che stanno affrontando quest’emergenza”, ha aggiunto Conte, parlando delle misure economiche assunte per contrastare il coronavirus. “Sono misure straordinarie e urgenti”, ha spiegato. “E’ previsto che sia sentita la commissione Ue in questo iter a cui stiamo lavorando per creare questo scostamento rispetto agli obiettivi programmatici. Non facciamo un salto nel buio, possiamo già dichiarare che c’è la piena sensibilità della commissione Ue a comprendere l’emergenza che stiamo attraversando. Non ci aspettiamo nessuna distonia rispetto all’atteggiamento dell’Ue”. “Le regole del patto di stabilità vanno messe in quarantena, come governo dobbiamo attuare ogni intervento possibile a tutela della salute e del tessuto produttivo”, ha dichiarato il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro. Scuole chiuse. Conte ha poi detto che chiudere le scuole “non è stata una scelta facile”. “In prossimità della scadenza, con un certo anticipo per evitare incertezza, torneremo a fare un aggiornamento. In questo momento non lo so neanche io, dobbiamo sempre ragionare nel segno dell’adeguatezza e proporzionalità”, risponde a chi gli chiede se lo stop sarà prorogato. Scontro con Meloni. Il premier ha risposto quindi a Giorgia Meloni, che in mattinata lo aveva accusato di “atteggiamento criminale”. “Ero rimasto sorpreso da un’uscita sulla stampa internazionale di un esponente dell’opposizione (Salvini a El Pais, ndr) e da un’uscita questa mattina di un altro esponente (Meloni ndr). Lo abbiamo anche commentato. Sono dichiarazioni che contrastano con il buon senso e rischiano di danneggiare l’immagine di un Paese che vuole mostrarsi in questa fase tenace. E’ uno schiaffo non al primo responsabile di governo ma a tutti i cittadini”, ha poi spiegato il presidente del Consiglio, rispondendo ad una domanda sulle frasi di Giorgia Meloni, che in mattinata aveva parlato di “atteggiamento criminale”, a proposito delle falle denunciate dal premier nel sistema sanitario di Codogno. “Ammettere “una falla” nel sistema sanitario italiano ha prodotto danni inenarrabili”, aveva detto Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, intervistata su La 7 da Myrta Merlino. “Vorrei un presidente del consiglio in grado di mettere la nazione davanti a se stesso, invece il premier ha una bulimia comunicativa, ma “ha comunicato male”. Il comportamento del ministro Speranza è “tuttaltra cosa, si rende conto del momento e parla quando deve parlare, non è l’atteggiamento di Conte”. Secondo Meloni “la riunione con i capigruppo a palazzo chigi due sere fa è stata surreale, ci hanno detto “questi sono i provvedimenti del governo, se avete proposte mandatecele”, è una cosa che potevamo fare per telefono, per questo ho detto basta passerelle”. “Definire il premier criminale non è da patrioti”, ha detto il ministro degli esteri Luigi Di Maio in una conferenza stampa al Senato. “Non si può dirlo nel bel mezzo di un Cdm che stanzia 7,5 miliardi di euro. Di certo non si è patrioti facendo così, né si dimostra così di essere legati alla sovranità dello Stato. Chiunque va all’estero a sciacallare danneggia l’immagine dell’Italia”.

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