SIRACUSA – Un sit-in contro la chiusura delle pagine della Sicilia orientale del Giornale di Sicilia. Lo organizza l’Assostampa Siracusa per lunedì prossimo, 6 agosto, davanti alla redazione di viale Teracati 83/a.
«Da 29 anni – ricorda l’Assostampa – le pagine di Siracusa del Giornale di Sicilia, raccontano questo territorio con responsabilità, professionalità e puntualità. Adesso l’annuncio della proprietà: il 6 agosto chiusura delle pagine della Sicilia orientale, quindi delle cronache di Catania, Messina, Ragusa e Siracusa. Il problema occupazionale, che come sindacato ci impegniamo a difendere e tutelare fino allo stremo, si aggiunge alla perdita di un pezzo di democrazia per questo territorio».
Ricordando che «quando chiude un giornale tutta la comunità deve sentirsi più povera», i giornalisti siracusani, con in testa la segreteria provinciale e quella regionale, invitano al sit-it «la politica, le istituzioni, tutti i sindaci della provincia, i sindacati, le associazioni datoriali, quelle sportive e quelle del volontariato. Sarà anche un modo per difendere un pezzo della propria città e per dire grazie a dei professionisti che, con i loro racconti, hanno contribuito al dibattito, alla denuncia e alla promozione culturale».
«Da 29 anni – ricorda l’Assostampa – le pagine di Siracusa del Giornale di Sicilia, raccontano questo territorio con responsabilità, professionalità e puntualità. Adesso l’annuncio della proprietà: il 6 agosto chiusura delle pagine della Sicilia orientale, quindi delle cronache di Catania, Messina, Ragusa e Siracusa. Il problema occupazionale, che come sindacato ci impegniamo a difendere e tutelare fino allo stremo, si aggiunge alla perdita di un pezzo di democrazia per questo territorio».
Ricordando che «quando chiude un giornale tutta la comunità deve sentirsi più povera», i giornalisti siracusani, con in testa la segreteria provinciale e quella regionale, invitano al sit-it «la politica, le istituzioni, tutti i sindaci della provincia, i sindacati, le associazioni datoriali, quelle sportive e quelle del volontariato. Sarà anche un modo per difendere un pezzo della propria città e per dire grazie a dei professionisti che, con i loro racconti, hanno contribuito al dibattito, alla denuncia e alla promozione culturale».