Dal 3 ottobre in rotazione radiofonica, “Cuore” è il nuovo singolo del cantautore, poeta e pittore Clemente, primo estratto da “I confini del giorno”, corposo concept album sul tema dell’amore uscito lo scorso 17 settembre per La Stanza Nascosta Records.
Raffinata bossa nova dall’andamento sinuoso, cullata dal languore timbrico di Clemente (presente anche alla chitarra), “Cuore” è accompagnata da un videoclip che vanta la regia di Andrea Ferreccio. Il video è stato girato allo Spazio Lomellini 17 di Genova, che ospita produzioni video e shooting fotografici (parallelamente all’organizzazione di eventi artistico-culturali, concerti, workshop.)
In Cuore – racconta Clemente – va in scena un vero e proprio dialogo con se stessi e con la propria parte sentimentale. È quasi un tentativo, assolutamente inutile, di ragionare con la propria componente irrazionale. D’altronde, già Pascal diceva: “Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce” (frase, quest’ultima, non a caso scelta come citazione d’apertura del videoclip).
I CONFINI DEL GIORNO|COMUNICATO STAMPA
A distanza di quattro anni dal precedente Canzoni nel cassetto (Etichetta Controrecords), Clemente – siciliano di nascita e ligure d’adozione – torna a far sentire la sua voce con l’album “I confini del giorno”, quarto lavoro in studio dell’artista.
“I confini del giorno”- spiega il cantautore – racconta una storia d’amore lunga circa dieci anni riassunta, ipoteticamente e metaforicamente, nell’arco di una giornata. Da una notte tormentata e irrequieta a una notte più serena, o forse solo più consapevole: due notti intese come i confini del giorno; quei confini che, in senso figurato, rappresentano i limiti o gli ostacoli che incontriamo fuori e dentro di noi, nel cammino della vita. Un’alba, col suo bagaglio pieno di sogni, e poi una promessa, una crisi, un abbandono, un perdersi e cercarsi, una nostalgia e un tramonto: l’ora magica della riconciliazione con se stessi, con l’amore e col mondo. Infine, di nuovo la notte. E ricominciare.”
La scuola genovese e la tradizione folkloristica irlandese, l’anima andalusa e le sinuose melodie della bossa nova convivono in un album dalle sonorità eterogenee nel quale inattese virate pop-rock si alternano a tentazioni blueseggianti e incursioni liricheggianti. A fare da collante è una scrittura soffusamente intimista, elegante per vocazione, impreziosita da coloriture jazzy e godibilissima nelle frequenti divagazioni easy listening.
Clemente costruisce con sapienza un’affascinante simbologia degli inizi, della fine e dell’eterno nella quale l’io biografico sembra arretrare, confluendo in un alfabeto esistenziale condiviso, in perenne ridefinizione.
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