di Luca Marino
SIRACUSA – Se è vero che nulla si crea e nulla si distrugge e se si mette la potenza amplificatrice della propaganda, specie quando i rosiconi aggiungono i loro corrosivi giudizi negativi, lo scontato successo di far viaggiare un treno dal nord alla Sicilia a prezzi ‘politici’ diventa un caso tale da scomodare le testate giornalistiche nazionali con tanto di servizi nei telegiornali di punta, on line e sulla carta stampata prima, durante e dopo la partenza. Parliamo, manco a dirlo, del “Sicilia express”, il convoglio di “Treni turistici italiani”, neo marchio di Trenitalia che intende promuovere il turismo ferroviario ‘lento’ e per certi aspetti tendente al ‘lusso’, usato dalla Regione siciliana per far viaggiare -in risposta ai proibitivi costi sotto le festività dei biglietti d’aereo, ma non solo, per la nostra isola- quanti erano disposti a sobbarcarsi ben ventidue ore di viaggio da Torino, via Milano, a Palermo/Siracusa: nulla di nuovo rispetto a quaranta, cinquanta ed oltre anni fa. Il fischio di partenza, dalla stazione di Torino Porta Nuova, sabato poco dopo le 15; il troncone destinato a Siracusa ha fatto la prima fermata nella nostra provincia alla stazione di Lentini alle 12,57 (dove soso state scattate le foto) con un accettabile ritardo di appena trenta minuti rispetto all’orario schedulato. Poco più di dieci, i viaggiatori scesi, tutti per lo più studenti o giovani lavoratori fuori sede. E’ ripartito due minuti dopo, con i residui passeggeri destinati a scendere ad Augusta e Siracusa. Il viaggio al contrario sarà il 3 gennaio. Se cinquecento persone -questa la capienza del convoglio- hanno potuto far ritorno per le festività natalizie e di fine anno senza dissanguarsi, bene ha fatto la Regione a ‘noleggiare’ il treno, benchè questo tipo di convogli ad altro siano destinati. E qui ritorniamo da dove siamo partiti: in una Sicilia a cui, oggettivamente, l’alta velocità è preclusa, la soluzione è il ritorno alle origini? Ovvero ai vecchi treni che da Palermo/Siracusa raggiungevano il nord-ovest (Torino) ed il nord-est (Venezia/Bolzano/Trieste): un unico treno, senza trasbordi intermedi (già da tempo cancellati dall’orario di Trenitalia n per far posto a soluzioni ‘navetta’ offerta da Napoli/Roma a salire). L’offerta commerciale di Trenitalia non tocca certo a noi commentarla, ma sicuramente la progressiva diminuzione (da Siracusa/Palermo assicurati soli i collegamenti diurni e notturni con Roma ed uno con Milano) dei convogli diretti verso il Nord ha fatto la fortuna delle compagnie aeree e dei vettori su strada che hanno immediatamente colmato il vuoto. Collegamenti diretti più rapidi, senza dubbio, che però -specie nei momenti topici dell’anno, Pasqua, agosto e Natale- sono soggetti alla mutevolezza di un algoritmo che non può non essere normato in quanto le tariffe “ad stagionem” puzzano spacciatamente di cartello oligopolistico, con buona pace di tutte le chiacchere sulla concorrenza. E c’è anche chi ancora non vuole la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina (che non è un’altra cosa, ma parte -integrante- del problema…)!