CATANIA – Stop and go. E’ lo schema dell’ultima fase eruttiva dell’Etna che si ‘riaccende’ improvvisamente con intesi parossismi che durano mediamente un’ora, per poi, all’improvviso ‘spegnersi’. Ma per poi ‘ripartire’ nuovamente. Lo fa dal 19 maggio quando iniziò con ‘la fontana di lava Franco Battiato’, nella notte dopo la morte dell’artista. Ieri lo ha fatto per tre volte nel giro di circa 15 ore, con l’ultima, iniziata alle 22 e conclusasi 50 minuti dopo, che ha prodotto una grande quantità di materiale piroclastico che è ‘precipitato’ sui paesi a est del vulcano, dove sembrava ‘piovesse’, fino al mare Ionio. A dare ‘spettacolo’ è sempre il cratere di Sud-Est con la stessa modalità, come spiega l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio etneo (Ingv-Oe) di Catania nei suoi comunicati: aumento dell’attività esplosiva e dei livelli di tremore dei condotti magnatici interni dell’edificio vulcanico che poi si trasformano in fontana di lava, accompagnata da boati, emissione di alti nubi di cenere lavica e di una colata che resta confinata nella zona sommitale dell’Etna. La ‘montagna’, ‘Idda’ (Lei), come la chiamano i catanesi, con la sua attività al momento non ha avuto alcun impatto, al momento, sull’operatività dell’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini di Catania. Ma la sua attività è continuamente monitorata dagli esperti dell’Ingv-Oe di Catania che collegano gli ‘stop and go’ dell’Etna a uno stato di media energia interna del vulcano che non trova ‘la strada’ e non ha la ‘forza’ per un’eruzione continua.