di Emanuele Gentile
FERLA – Domenica ho effettuato un viaggio, profondo e attento, al cuore degli Iblei. Un incontro emozionante poiché mancavo da quei posti da ben tre mesi. Rivedere luoghi, suggestioni, paesaggi, siti, monumenti, strade e stradine a me molto cari ha rappresentato un bel tuffo in ricordi suggestivi e carichi di significato. Il viaggio è iniziato da Ferla per finire a Noto. Ciò che impressiona è il silenzio che ovunque regna. Meno comprensibile a Palazzolo Acreide e Noto. Qua e la – a Ferla, Cassaro e Buscemi – capannelli di gente riunite a scambiarsi quattro parole. Per lo più munite di mascherine. Il distanziamento sociale? Più un principio che un atto pratico… Certo al silenzio Ferla, Cassaro e Buscemi ci sono abituati. Sono piccoli paesi e i ritmi indiavolati delle città qui sono parecchio diradati per non dire azzerati. Soprattutto a Cassaro e Buscemi. Pochi abitanti, un’unica strada principale e una spazialità che può essere contenuta in un fazzoletto. Discorso a parte, al contrario, meritano le due principali città degli Iblei siracusani: Palazzolo Acreide e Noto. A Palazzolo nessuno per strada a parte qualche turista fra cui il noto cantautore catanese Mario Venuti, ma i locali ricettivi (bar, osterie e ristoranti) aperti. La situazione è ancora meno positiva a Noto dove sembra essere in vigore il coprifuoco. Uno sparuto numero di persone per strada fra cui il sottoscritto. La stragrande maggioranza dei locali chiusi. L’assenza di vita umana a Noto mi ha profondamente impressionato. Come farà Noto a rilanciarsi visto questa situazione non consona alla nomea della città di Labisi, Gagliardi e Sinatra? Credo che ci sarà la necessità di sviluppare un progetto serio di rinascimento per la parte siracusana degli Iblei in quanto il Coronavirus lascerà ferite profonde lunghe a rimarginarsi. Un’annotazione finale. Ho notato la totale mancanza di qualsiasi forma di controllo del territorio da parte di Vigili Urbani o Forze dell’Ordine. Un dato che mi inquieta parecchio.