CEFALU’ – «Dopo lunghi anni di stasi, oggi la Sicilia può legittimamente confermarsi come la più importante stazione appaltante d’Italia, per la Regione l’obiettivo del 2022 è di superare i tre miliardi di opere aggiudicate nella nostra Isola. In questo senso, siamo impegnati a rendere sempre più produttivo il rapporto, prima praticamente assente, con i grandi soggetti statali come Rfi. Verso di loro il governo Musumeci si pone finalmente come interlocutore alla pari e tante altre opere devono essere avviate: nell’immediato la seconda fase del raddoppio della linea Pa-Ct, la nuova stazione di Acireale e la metroferrovia di Ragusa. L’avvio della tbm ‘Margherita’ rappresenta un passo fondamentale per un cantiere, il raddoppio ferroviario fra Cefalù e Castelbuono, che rischiava di arenarsi e che oggi invece diventa motore di occupazione e sviluppo infrastrutturale per la Sicilia. Lavoriamo dal 2019 su questa opera, seguendola passo dopo passo anche nel dialogo con le comunità locali, per accorciare i tempi e mantenere uomini e mezzi costantemente a lavoro» Lo ha detto l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone questa mattina all’avvio dei lavori di scavo della galleria “Cefalù”, 6.700 metri, la più estesa dei tre tunnel previsti per il raddoppio del tratto ferroviario Cefalù/Ogliastrillo-stazione di Castelbuono, sulla linea Palermo-Messina. Il nuovo tracciato, a doppio binario e quasi interamente sotterraneo, è lungo complessivamente 12,3 chilometri. L’opera si snoda in variante rispetto alla vecchia ferrovia. Consentirà, una volta completata, un collegamento più veloce ed efficace anche tra Cefalù e l’aeroporto di Punta Raisi. Il progetto, appaltato da Rfi a un raggruppamento di imprese guidato da Toto Costruzioni generali, ha un valore complessivo di 370 milioni di euro. Per la realizzazione della galleria “Cefalù” è entrata in azione “Margherita”, la fresa “tunnel boring machine” (tmb) che eseguirà lo scavo e il rivestimento degli oltre 13 chilometri che compongono i due tunnel paralleli. Lunga 140 metri, dal peso di 1.650 tonnellate e una potenza di 5,6 MW pari a circa 8 motori di Formula 1, la macchina è provvista di una testa rotante del diametro di 10 metri. Alla fresa lavoreranno circa 100 unità di personale altamente specializzato, saranno invece 350 gli operai impiegati in totale nel cantiere.