Il 26 e 27 novembre al Teatro del Navile di Bologna andrà in scena “Discesa All’Inferno”, uno spettacolo quadrimensionale del tutto innovativo durante il quale verranno eseguiti dal vivo i brani tratti dall’album “Inferno”, l’opera rock electro sinfonica di Francesco Maria Gallo ispirata alla celebre cantica della Divina Commedia.
Lo spettacolo unirà musica, teatro, danza contemporanea e arti visive. Di fatto, attraverso questi quattro differenti linguaggi Francesco Maria Gallo riproporrà dal vivo la sua personale visione del girone dell’Inferno dantesco. Al suo fianco Simone Rae (nel ruolo di Francesca, nda), Manuel Auteri (feat. In “Inferno”, nda), Pietro Posani (chitarra, nda) e Renato Droghetti (pianoforte, nda).
FRANCESCO MARIA GALLO|L’INTERVISTA
Lorenza: Ciao Francesco e bentrovato a Radio Una Voce Vicina. Come stai?
Francesco: ‘Come stai? ’, è una bella domanda. Sto come una persona che sta per intraprendere un viaggio e non sa come andrà a finire. È un viaggio all’Inferno… un viaggio speciale, unico. Da un lato sono molto eccitato, dall’altro ho molta paura.
Lorenza: Il tuo nuovo album, “Inferno”, è un’opera rock electro sinfonica ispirata alla celebre cantica della Divina Commedia. Ci racconti com’è nata l’idea di tradurre in chiave rock l’opera di Dante?
Francesco: La creazione di “Inferno” è un processo che affonda le sue radici nei miei lontani tempi universitari. Ho frequentato il Dams e mi sono imbattuto in un seminario con Umberto Eco sull’Inferno di Dante Alighieri. Ero già appassionato della Divina Commedia e Umberto Eco fece questo seminario sulla semiotica, sui segni musicali all’interno dell’Inferno e su quanto le sillabe, le vocali e le consonanti disegnassero una partitura e si trasformassero in note musicali. Successivamente ho cercato di conoscere in maniera più approfondita la Divina Commedia, rileggendola con gli occhi di una persona adulta e matura, fuori dagli schemi scolastici.
Lorenza: Questo album ci riporta al 1200 di Dante ma, allo stesso tempo, racconta la nostra contemporaneità. In cosa, a parer tuo, passato e presente si incontrano?
Francesco: Quest’opera è a tutti gli effetti un’opera contemporanea, che volge lo sguardo alla metà del 1200 di Dante Alighieri per riportarlo ai giorni nostri. Tutti i personaggi che incontro all’Inferno sono lo specchio dei peccati che oggi reiteriamo. Di conseguenza, questa è un’opera che riporta la dannazione dell’uomo. L’uomo che in qualche modo vede negli occhi degli altri il peccato originale, ma che non riesce a risolvere il proprio peccato. È un’opera, oltre che contemporanea, anche sociale.
Lorenza: Se oggi trovassimo una bottiglia con dentro un messaggio, che Dante affidò a suo tempo alle onde del mare, cosa ci sarebbe scritto secondo te?
Francesco: Se dovessimo trovare questa capsula del tempo, nel fatidico biglietto leggeremmo: «Lasciate ogni speranza o voi che leggete, perché il vero Inferno è il mondo in cui vivete».
Lorenza: Nel tuo “Inferno” ritroviamo alcuni celebri personaggi della cantica dantesca: Caronte, Medusa, Pier delle Vigne, Ulisse, Ugolino, Lucifero, Piero e Francesca. Perché hai scelto proprio loro? Cosa ci dicono oggi questi personaggi?
Francesco: Durante la rilettura della Divina Commedia mi sono accorto di come Dante Alighieri fosse uno straordinario scrittore, poeta e politico. Di fatto, non ha usato la Divina Commedia come momento di redenzione della sua anima; bensì come momento di esaltazione dei suoi nemici-amici politici. Sono andato quindi in profondità per conoscere i personaggi più importanti, quelli che mi hanno colpito di più per la loro storia, come Paolo e Francesco, Medusa, Conte Ugolino e – ovviamente – Lucifero. Nel mio viaggio letterale e musicale, ho voluto in qualche modo dar loro la possibilità di un riscatto, rispetto a quello che hanno dovuto subire (essendo nemici politici di Dante, nda) e che, probabilmente, non meritavano.
Lorenza: Ad arricchire questa tua opera musicale c’è poi un libretto, all’interno del quale troviamo dei controcanti curati da Carla Francesca Catanese. Un parallelo che racconta il nostro inferno. Com’è nata l’idea di proporre una versione 2.0 della celebre cantica dantesca?
Francesco: Le poesie urbane di Carla Francesca Catanese sono una riscrittura su una sorta di rap poetico, ispirato dal mio “Inferno” e dalla mia sovrascrittura. In queste poesie Carla Francesca immagina il male che perversa attraverso gli status symbol che tutti noi purtroppo inseguiamo, perdendo la nostra vera natura umana e la nostra bellezza.
Lorenza: Ma non è finita qui, perché tu hai pensato anche ad una guida all’ascolto. Sto parlando di “Rock&Roll all’Inferno”. Cosa troviamo in questo libretto?
Francesco: Il libello è stato molto importante. Io sono un cantautore di musica e di parole e proprio per questo ho sentito l’urgenza di dover spiegare e giustificare la mia sovrascrittura della vita all’Inferno dei personaggi che, nel mio viaggio ideale, ho incontrato. Era necessario che l’ascoltatore comprendesse in maniera chiara il messaggio che voglio lanciare attraverso la mia opera rock.
Lorenza: Questo nuovo album tu lo presenterai dal vivo il 26 e 27 novembre al Teatro del Navile di Bologna con lo spettacolo “Discesa all’Inferno”. Puoi concederci qualche anticipazione? Cosa dobbiamo aspettarci?
Francesco: “Discesa all’Inferno” sarà uno spettacolo ricco di contrappassi e citazioni e vedrà alternarsi diverse scene introspettive, nelle quali le anime dannate saranno costrette ad affrontare le insidie profonde del lavoro sul sé. Lo spettacolo vuole rappresentare lo specchio psicologico nel quale ogni scelta è condannata a riflettersi. Uno specchio che rende chiara e visibile la stolidaggine dell’uomo sull’uomo, dei figli sui figli: una natura umana spesso non compassionevole e spietata, che continua a reiterare nel tempo i propri orrori.