di Angelo Lopresti
FRANCOFONTE – Disagi per gli studenti pendolari che ogni giorno usano i mezzi pubblici per andare e tornare dalle scuola dei comuni limitrofi.Sono più di 200 i ragazzi che tutti i giorni viaggiano per frequentare gli istituti di istruzione secondaria superiore. E si verifica una veraressa la mattina per cercare di essere tra i fortunati a salire sui pulman e poi trovare un posto, scongiuri all’uscita sperando che gli autobus non saltano la corsa per tornare a casa. Purtroppo è quello che sta accadendo a molti studenti di Francofonte, gran parte di questi studiano a Lentini, ma lo stesso disagio colpisce anche coloro che anche per altri motivi usano i mezzi di trasporto interurbani. E all’unisono i genitori chiedono la risoluzione del problema e l’intervento del sindaco nei confronti dell’azienda che eroga il servizio. il sindaco Daniele Lentini dice “Non ne sono a conoscenza di questi disagi. chiedo alle afmiglie di farmi una comunicazione di quello che accade che farò un esposto all’azienda di trasporti”. Quest’ultima percepisce delle somme mensilmente dal Comune e dalle famiglie. “Capita spesso di mattina che non riusciamo a salire sugli autobus– raccontano un gruppo di studenti che frequentano il polivalente scolastico di Lentini- perché sono già pieni, o perché sono in numero insufficiente e quindi non potendo accogliere persone in piedi poi non effettuano le altre fermate dislocate lungo il percorso della città. Quindi siamo costretti a farci accompagnare dalle famiglie”. Questo crea un’ulteriore problema, genitori costretti all’improvviso a chiedere permessi o arrivare tardi a lavoro per aver dovuto fare il trasporto. Si perché a sua volta i regolamenti scolastici e le disposizioni in termini di ingresso a scuola non prevedono, o non sono sensibili alle difficoltà che spesso vanno incontro i pendolari. Bisogna entrare alle ore stabilite senza deroghe e permessi. Quindi oltre al danno di restare a piedi e riuscire a organizzarsi, poi c’è la beffa che si è penalizzati perché si arriva in ritardo e non si è ammessi a ora iniziata.“La frase che ricorre quando arriviamo in ritardo a scuola spiegando le motivazioni è sempre la stessa, ci spiace ma non è un problema di nostra responsabilità, non possiamo farci nulla, entrate a seconda ora, quando va bene – aggiungono il gruppo di studenti-. Ma queste ore di assenza ci vengono contabilizzate nel monte ore delle singole discipline ma anche nel nostro curricolo scolastico che serve a fine carriera. E’ una storia che si ripete nel corso dei mesi e degli anni ma a tutt’oggi non trova ascolto e diventa come il cane che si morde la coda, ognuno scarica responsabilità sull’altro. Solo che in questo caso siamo noi a pagare le conseguenze scolastiche, fisiologiche ed economiche”. Si perchè gran parte degli studenti che studiano fuori città pagano gli abbonamenti sia per intero o un’integrazione col supporto di una quota del Comune di residenza. “Paghiamo per non avere un servizio adeguato – dicono i genitori dei ragazzi che viaggiano per andare a scuola-.E’ un disagio immenso aspettare sulla fermata l’autobus che a volte inspiegabilmente non passa, dopo ore di lezione, Eppure un tempo essere studente pendolare era quasi uno status, c’era proprio la voglia di andare a studiare in un’altra città, era un’occasione per fare nuove amicizie, per rafforzare la propria autonomia. Per non dire che molte simpatie trasformatisi in amori e poi matrimoni sono nati proprio in età adolescenziale mentre si viaggiava sul pulman da Francofonte a Lentini. Ma quei tempi e quello status studentesco ormai sono lontani e si stanno trasformando in disagi e penalizzanti.