FRANCOFONTE – Nell’ambito delle celebrazioni del centenario dell’acquisizione del palazzo Gravina Cruyllas, ora Municipio della città di Francofonte, famosa per le arance specialità “tarocco”, è stato invitato dal consigliere comunale Coletta Dinaro al Palazzo di Città il coro interscolastico “Vincenzo Bellini” di Catania. I trenta giovani coristi, guidati dal M° Daniela Giambra, hanno eseguito con suggestiva armonia il melodioso coro della Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni “gli aranci olezzano sui verdi margini, cantan le allodole tra i mirti in fior;” facendo rivivere l’armonia della festa e del gioioso risveglio del Paese il mattino di Pasqua. I fatti narrati dal Verga nella novella ,infatti, sono ambientati nel territorio di Francofonte , come risulta dalla ricostruzione storica, curata dal preside Giuseppe Frazzetto. L’attento pubblico ha apprezzato i giovani coristi catanesi, studenti di diverse scuole della Città e della provincia etnea ed ha chiesto il bis per il canto finale “Nessun dorma” della Turandot di Giacomo Puccini. “Dilegua, o notte! Tramontate, stelle! All’alba vincerò!” E’ proprio questo il messaggio di entusiasmo che l’Amministrazione comunale con il Sindaco arch. Salvatore Palermo e l’assessore alla cultura Francesco La Rocca, ha inteso assegnare all’evento celebrativo del centenario, animando la cittadina di mostre d’arte, pittura, fotografia, mercatini d’artigianato , incontri e proiezioni multimediali con musiche e artisti di strada tra le vie del centro storico, sorto nel 1360 attorno al casale, residenza degli Alagona, i quali fecero costruire sulla collina un forte, chiamato “Fortalicium Francofontis“, dentro cui iniziò a prendere forma l’odierna Francofonte. Nel 1394 divenne proprietà del Barone Berengario Cruyllas, nel 1565 il paese diventa un marchesato con Girolamo Gravina-Cruyllas e riprese vigore con la ricostruzione degli edifici e delle chiese secondo lo stile barocco, dopo il terremoto del Val di Noto nel 1693 grazie al contributo del Principe di Palagonia , Ferdinando Francesco Gravina.
Giuseppe Adernò