FRANCOFONTE – Dividono la cittadinanza le azioni di contenimento anti Covid – 19, le misure dettate dal governatore della Sicilia e quelle stabilite dall’ultimo Dpcm. Lo si legge sui gruppi social comunali e lo si vede camminando per le vie di Francofonte. Così come sono numerosi i post e gli appelli lanciati da ogni categoria a non fare assembramenti e di usare mascherina e gel igienizzante, ci sono altrettanti “disobbedienti” che stazionano per le principali zone del centro storico. E questo fa aumentare le polemiche tra chi propone di chiudere totalmente la città e chi invece la pensa diversamente. Lo stesso sta succedendo anche in seno alle famiglie degli alunni che si dividono tra coloro che chiedono di restare a fare la didattica a distanza e chi contrariamente sostiene che i ragazzi devono ritornare presto a fare didattica in presenza. A Francofonte in un recente post pubblicato dal comune si registra che gli attuali soggetti risultati positivi e accertati dal servizio dell’Asp sono 83, in base anche questi dati la decisione del primo cittadino Daniele Lentini è di intervenire in via precauzionale : “Oggi siamo chiamati ad una responsabilità in più e se possiamo dobbiamo restare a casa – è il comunicato-. Dobbiamo proteggere i più deboli per evitare che siano falcidiati”. Tuttavia nel comune agrumicolo si registrano comportamenti in controtendenza rispetto a quello dettato dalle istituzioni di evitare gli assembramenti. Purtroppo sono sempre di più le segnalazioni di tale fenomeno A tal punto che l’associazione pubblici esercizi Francofonte, nei giorni scorsi, è voluta intervenire sull’argomento con una nota: “Stiamo attraversando un momento davvero difficile a livello globale, a causa della pandemia da coronavirus. E in questo clima diventa per noi tutti necessario il rispetto delle regole. Abbiamo fatto degli incontri sia con l’Amministrazione comunale che con le Forze dell’Ordine per fare il punto sulla situazione attuale a Francofonte”. Bisogna dire che In questo momento gran parte dei pub, ristoranti e bar cittadini sono costrettia reinventarsi il loro lavoro organizzandosi con il solo l’asporto e facendo anche i conti con orari di apertura molto limitati. “Invitiamo tutti a comportarsi nel rispetto delle regole previste per la zona rossa – aggiungono i baristi-. Da parte della nostra stessa categoria diventa centrale il rispetto delle regole. Dobbiamo essere uniti e non vanno favoriti i furbetti che tagliano le gambe agli operatori di categoria. Per portare a termine questa lotta contro il Covid è necessaria la collaborazione da parte di tutti”. Contro le misure dettate dal Dpcm e la dichiarazione della Sicilia a zona rossa si schierano altre categorie di esercenti, come Mirella Magnano, titolare di un centro estetico a Francofonte, la quale scrive in un suo post:”Questa zona rossa così concepita è un’offesa all’intelligenza dei cittadini, è una grande presa in giro e un inutile sacrifico che non porta grandi risultati. Praticamente puoi fare tutto o quasi tutto ciò che vuoi. Puoi andare a lavoro, fare la spesa, comprare delle riviste in edicola, ecc. E’ evidente che per le strade è un pullulare di gente come se niente fosse. Non perdiamo altro tempo, non continuiamo a prenderci in giro, o si chiude tutto aiutando concretamente famiglie e imprese o si apre tutto con regole ben definite e controlli serrati perché la gente non ne può più di vivere in questa incertezza”. Poi ci sono anche coloro che chiedono al più presto il ritorno in classe dei loro figli: “Compatibilmente con le misure di sicurezza e con l’andamento della curva epidemiologica le scuole devono poter funzionare – scrivono dei genitori-. I ragazzi stanno perdendo tanto e saranno i più penalizzati. Sicuramente l’azione di prevenzione è lodevole, ma per continuare a tenere chiusi gli istituti scolastici serve prova che ci sia una diretta correlazione tra aumento dei contagi e scuola aperta. E questo non è dimostrato”.