FRANCOFONTE – Rompere il muro del silenzio, denunciare, avere fiducia nella giustizia e non cedere ai pregiudizi. E’ il forte messaggio che Yaneth Alvarez, la colombiana di Bogotà che ha avuto il coraggio di denunciare abusi sessuali subiti fin dalla più tenera età, sta portando in giro per il mondo in sella alla sua moto sino a Francofonte dove ieri sera è stata testimonial, nell’aula consiliare del Comune, della conferenza sulla violenza di genere promossa dall’Asp di Siracusa.
L’evento, organizzato dal Coordinamento Prevenzione e cura violenza di genere diretto da Adalgisa Cucè, rientra nell’ambito della campagna di sensibilizzazione e informazione della popolazione su un problema che è non soltanto sociale ma anche di sanità pubblica.
Ad aprire i lavori, ai quali hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni civili e militari del territorio con una folta presenza di pubblico e di associazioni di categoria, è stato il sindaco di Francofonte Daniele Lucio Lentini: “Ho abbracciato con entusiasmo e con interesse l’iniziativa – sottolinea il primo cittadino – che è stata ricca di stimoli e di punti di riflessione con interventi qualificati contribuendo, ognuno per il proprio ambito di competenza, a sensibilizzare la popolazione informandola di ogni possibile supporto”. Il direttore del Distretto sanitario di Lentini Salvatore Nigroli nel rivolgere il saluto del direttore generale dell’Asp di Siracusa Salvatore Lucio Ficarra assente per concomitati impegni istituzionali, ha rappresentato l’importanza dell’impegno dell’Azienda sanitaria sul fronte della prevenzione e della cura delle fasce più fragili della popolazione.
Nel suo intervento la responsabile del Coordinamento Violenza di Genere Adalgisa Cucè ha sottolineato come il 90 per cento dei maltrattamenti si consumano in ambito familiare ad opera di partner ed ex partner, il resto è rappresentato da violenza sessuale e stalking. Nell’ultimo trimestre 3 sono i casi di minori vittime di violenza e 8 i casi di violenza assistita rilevati e segnalati ai servizi sociali e alla Procura dei minori. Nell’ultimo trimestre gli accessi di “Codice Rosa” nei pronto soccorso della provincia di Siracusa sono stati 79 a fronte di 260 nell’intero anno 2018. Dati, che comunque non fanno emerge l’esatta entità del fenomeno, ha spiegato, considerato che ancora oggi, nonostante le campagne di informazione e la formazione degli operatori finalizzate a infondere fiducia nelle vittime e a modificare l’approccio culturale al fenomeno, è difficile superare resistenza e diffidenza. Su questo fronte un ruolo determinante possono svolgerlo anche i medici di famiglia. Un concetto, quest’ultimo pienamente condiviso dal segretario provinciale della Fimmg Giovanni Barone che nel suo intervento ha prospettato una metodologia di approccio con i pazienti che sarà oggetto di confronto con tutti i medici di famiglia della provincia per rafforzare il lavoro che viene svolto dalla rete istituzionale già costituita nel 2014 con il protocollo d’intesa che vede insieme Procura della Repubblica, Asp di Siracusa, Comuni, Forze dell’Ordine e Centri antiviolenza.
Il responsabile dei Servizi Sociali del Comune di Francofonte Gaetano Randone ha puntalizzato l’importante supporto che i servizi erogati dai Comuni rivestono nei percorsi di uscita dalla violenza al fine di sostenere le donne e i bambini sia nell’immediato con il loro invio nelle case rifugio nei casi di pericolo di vita, che nel concedere sostegno economico, abitativo e lavorativo.
“C’è tanto ancora da fare per la prevenzione con un impegno educativo rivolto soprattutto alle nuove generazioni – ha detto Adalgisa Cucè – che sono quelle in cui è possibile intervenire per modificare pensieri, comportamenti e luoghi comuni per superare il mito della dominanza, del controllo e della forza per sottrarsi alla trappola della violenza camuffata da amore”.