Frascati, Greenaccord: Un incontro tra i popoli per un futuro “verde”

Frascati, Greenaccord: Un incontro tra i popoli per un futuro “verde”

di Francesca Maccaglia

FRASCATI – “Il mondo lo salviamo e lo ricostruiamo soltanto insieme, imparando a prendercene cura e a preservarlo per il benessere anche delle future generazioni. Mi rivolgo a voi giornalisti perché si crei una rete” – lo ha dichiarato il presidente di Greenaccord, Alfonso Cauteruccio, nella giornata conclusiva del XVI Forum internazionale di Greenaccord Onlus, iniziato a Roma venerdì 10 ottobre al Centro di Preparazione Olimpica del CONI, proseguito e conclusosi domenica 12 ottobre a Frascati presso il Centro Giovanni XXIII, che ha visto riuniti giornalisti provenienti dai quattro Continenti per capire come prendersi cura dell’ambiente e quali sono i problemi da affrontare. “Abbiamo davanti esperienze giornalistiche, sono colleghi che parlano a colleghi, che raccontano quello che sono riusciti a fare; in più questo è l’anno dedicato al continente Asia. Quest’anno premiamo non una, ma due testate, perché ci faceva piacere premiare qualcuno che fa comunicazione nelle due nazioni più rappresentative dell’Asia, l’India e la Cina”, così Alfonso Cauteruccio ha motivato il conferimento del Greenaccord International Media Award al giornalista capo redattore della testata Mongbay India, S. Gopikrishna Warrier, (https://india.mongabay.com/) e a LIU Jing giornalista di CBCGDF Media (China) (https://cbcgdf.wordpress.com/). Una tre giorni con un programma molto ricco e articolato, focalizzato su alcuni settori delle attività umane più significative che possono contribuire più immediatamente al cambiamento: il genio femminile, lo sport, la politica e le istituzioni, la tecnologia e l’impresa, l’economia e la finanza, i media e i giornalisti. Sabato 11 ottobre, il primo panel relativo al contributo della politica e delle istituzioni, è stato moderato dalla giornalista francese Yanne Boloh ed ha visto al tavolo del Forum, Sabrina Alfonsi, assessore all’Agricoltura Ambiente e Ciclo dei Rifiuti del Comune di Roma, la quale ha sottolineato la difficoltà per le persone più vulnerabili e fragili di adottare comportamenti sostenibili ed ha evidenziato l’intenso lavoro svolto dall’Ufficio Clima del Comune di Roma: “Noi abbiamo una grande responsabilità, – ha detto – perché attualmente il 54% della popolazione mondiale, quattro miliardi di persone vivono nelle aree urbane, entro il 2030 saranno cinque miliardi di persone a vivere nelle città, con un impatto senza precedenti sulle infrastrutture, le risorse esistenti, soprattutto per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico. Le città devono prepararsi a tutto questo, consapevoli che nel 2050 questa percentuale salirà ancora al 70% della popolazione mondale. Una percentuale che ci dice molto su quanto sarà polarizzato il lavoro, la vita e di conseguenza l’impatto ambientale, l’inquinamento e l’effetto del clima mutato. Le città sono infatti la prima fonte di inquinamento al mondo, rappresentano circa il 75% delle emissioni di anidride carbonica e costituiscono oltre l’80% del prodotto interno lordo globale. Roma è una delle nove città italiane e delle cento città europee coinvolta nella mission nella Commissione Europea delle famose smart city by 20-30; fa parte delle città che provano a raggiungere la neutralità climatica entro il 2030, anziché entro il 2050. La nostra città – ha continuato – sta portando avanti due corpose linee di intervento per convertirsi in metropoli sostenibile: il Piano Clima e la strategia legata a questo Piano. Le azioni nello specifico sono state la Costituzione dell’Ufficio Clima per integrare le politiche di tutti gli altri assessorati, interventi sul patrimonio edilizio (entro il 2027 saranno riqualificati 230 edifici scolastici e diventeranno 230 comunità energetiche), il Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile, il Piano Rifiuti (entro il 2030 il 65% della raccolta differenziata e la riduzione della produzione del meno 8,3 %, andando verso un’economia che è l’economia circolare) e poi il grande asset di Roma come infrastruttura verde. Uno dei cardini di quest’azione è l’idea della città verde e blu, un’infrastruttura naturale sospesa alla metropoli”. Il direttore scientifico di Greenaccord, Andrea Masullo, ha dichiarato: “Il punto di svolta, necessario per evitare le catastrofi previste e costruire un futuro migliore, è difficile ma non ancora impossibile. L’uomo deve tornare al centro del sistema, insieme alla natura di cui fa parte. La politica, oggi sottomessa ad una economia a sua volta asservita alla finanza, deve tornare ad assumersi la sua responsabilità di guida dell’economia, orientando la finanza. Abbiamo solo due opzioni: invertire la rotta rinnovando profondamente il nostro sistema economico oppure non far nulla lasciando enormi problemi alle prossime generazioni. Invertire la rotta significa anche creare nuove istituzioni democratiche in cui seggano con pari dignità e pari diritti tutti i paesi, quelli ricchi quelli in via di sviluppo e quelli poveri, promuovendo un nuovo clima di cooperazione internazionale”. La sessione mattutina ha visto anche la presenza dell’ex ministro dell’Ambiente, on. Alfonso Pecoraro Scanio, “Quello che serve in questo momento – ha dichiarato – è una grande responsabilizzazione, lavorare verso le istituzioni, e coordinare la transizione ecologica con quella digitale. La comunicazione deve assicurare verità e speranza, perché sono le buone notizie e i giusti cambiamenti a modificare gli atteggiamenti individuali e collettivi in un Paese dall’identità sbiadita e dalla moralità consunta”.
In conclusione della sessione due interventi, il segretario della Fondazione Cinese per la tutela della biodiversità e per lo sviluppo verde, Jinfeng Zhou, il quale ha indicato come “una nuova economia ‘carbon neutral e plastic free’ sia anche un’economia della felicità”. “Solo dalla cooperazione, transnazionale e interdisciplinare, – ha dichiarato – può nascere un’occasione di conversione ecologica reale e duratura che può ridurre le disuguaglianze e le tante violenze del nostro tempo”. L’ultima relatrice, Maria Michela Morese, Senior Natural Resources Officer – Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO). “L’agricoltura – ha spiegato – è, da una parte, vittima del cambiamento climatico, dall’altra parte, però, l’energia che viene utilizzata nei sistemi agroalimentari è una causa di un terzo delle emissioni di gas ad effetto serra. I sistemi agroalimentari devono essere trasformati, devono essere resi più sostenibili, più efficienti ed essere in grado di produrre cibo per una popolazione che è in crescita e che prevediamo arrivi a circa dieci miliardi nel 2050”. La sessione pomeridiana, con il focus sul contributo degli esponenti del mondo della tecnologia e dell’impresa, è stata moderata da Gaetano Rizzo, presidente dell’Unione Stampa Sportiva Sicilia, ed ha visto i seguenti relatori: Andrea Bertolini, professore incaricato di diritto della robotica ed intelligenza artificiale al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Sant’Anna di Pisa e consigliere della Fondazione Ai4Industry. “Il tema dell’IA è un tema complicatissimo, – ha dichiarato – in cui ci sono enormi problemi definitori, è qualcosa di molto articolato, diversificato, per nulla univoco, né dal punto di vista tecnologico né dal punto di vista dei problemi che ci pone. Ci sono tantissime applicazioni dell’IA ed è molto difficile trovare un minimo comun denominatore che accomuni tutte. La lettura positiva, l’utilizzo dell’IA quale strumento utile a comprendere e esprimere il cambiamento ambientale che stiamo osservando, e quale strumento per ottimizzare le attività umane e quindi ridurne anche l’impatto. Poi il rovescio della medaglia, il problema dell’IA come essa stessa fonte di inquinamento. Ci sono diverse tecnologie che sono basate sull’IA che possono essere utilizzate per effettuare il monitoraggio ambientale, da soluzioni particolarmente complesse, riconducibili a satelliti gestazionali a soluzioni più semplici, molto più diffuse come i droni, gli sciami di droni, che si coordinano tra di loro e volano senza avere bisogno di un controllo umano che non potrebbe coordinarli così bene tra di loro, riescono, dotandoli di particolari sensori questa è una tecnologia che si sta diffondendo moltissimo anche in agricoltura, riescono a osservare e studiare il suolo, le sostanze in esso presenti, e anche migliorando le tecniche di produzione agricola riducendo l’utilizzo delle sostanze inquinanti in maniera considerevole. C’è una sensoristica che si viene sviluppando nell’IA che è molto importante e consente anche il monitoraggio dello studio dell’aria e dell’acqua, quindi sviluppando soluzioni integrate. Le tecnologie digitali di ultima generazione come l’intelligenza artificiale, pur fortemente energivore e idrovore, possono rappresentare un supporto essenziale, dalla medicina alla robotica, dalla mobilità alle rinnovabili, per accrescere e allargare il benessere urbano. L’IA, che porta con sé notevoli problemi giuridici, economici e finanche etici, presenta una complessità che si manifesta come opportunità, tra aspetti positivi e negativi, in un continuo divenire da esplorare giorno dopo giorno”. Il secondo contributo di questo panel, quello di Andrea Ciacci, presidente di Acsel spa, un’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti. Se non vengono modificati gli stili di vita e di produzione, la tecnologia sarà solo parzialmente risolutiva. A seguire, Nicola Canenna, presidente della Fondazione H2U, autore del libro “Idrogeno, il nuovo oro. Sole, vento, elettricità, idrogeno. L’energia del nostro futuro”, il quale ha parlato dell’idrogeno ed in particolare dell’idrogeno verde, la variante pulita dell’idrogeno che non è presente in natura e si produce attraverso le fonti rinnovabili, a seguito del processo di elettrolisi, senza creare effetti inquinanti. Una scelta green che è stata già adottata da diverse comunità. L’Italia è ancora il fanalino di coda in questo settore, rispetto ad altri paesi, europei e non solo. “Nel mondo – ha spiegato – dilagano i progetti a idrogeno, i sudamericani, soprattutto i cileni sono molto forti, gli australiani, i cinesi, gli indiani, gli europei stanno investendo, soprattutto nel centronord, paesi come la Francia, la Germania, soprattutto la Spagna, che ha un programma molto ambizioso. L’Italia, rispetto al progetto presentato dal Governo nel 2022, ha ridotto la produzione nazionale a idrogeno prevista, a un terzo”. Attualmente sappiamo che a Bolzano sono stati acquistati dei bus a idrogeno per la mobilità pubblica. Infine, gli ultimi due interventi, quello di Andrea Micangeli, docente di Tecnologie per l’Autonomia e l’Ambiente de La Sapienza e della State University di New York e l’Università di Nairobi che ha affrontato il tema delle comunità energetiche, le cosiddette mini grid, le piccole reti che possono essere connesse alla rete nazionale oppure isolate. “La mission principale dell’Università – ha spiegato – è la formazione – trovare insieme, together, delle soluzioni e realizzarle con le comunità locali – ed è legata alla mission del trasferimento della conoscenza acquisita: sul territorio, alle aziende, al cittadino comune. La CER è il modo in cui l’energia torna nelle mani dei cittadini: produrla e venderla o autoconsumarla significa condivisione delle risorse energetiche e non solo, anche potenziamento delle relazioni e della collaborazione”. L’ultimo intervento, Pietro Angelini, amministratore delegato del Distretto Tecnologico per la Nautica e la Portualità Toscana e direttore Generale di Navigo, che ha introdotto il tema dell’economia del mare: “Più di un terzo delle barche da diporto viene costruito nella sola Viareggio: sono circa 700 le imprese coinvolte nella costruzione. Noi siamo un comparto che può sperimentare meglio di altri. Nati nel 2007 con una manciata di aziende, oggi siamo la più estesa rete di aziende di nautica della Toscana e una delle principali d’Europa”. Stile, tecnologia, innovazione e sostenibilità, quest’ultima, la sostenibilità e la riduzione dell’impatto ambientale, rappresenta una sfida anche per la nautica. Domenica 12 ottobre, la sessione mattutina è stata moderata da Angelica Fiore, già capo redattore economia TG2 Rai ed ha visto come primo relatore il prof. Leonardo Becchetti dell’Università di Roma Tor Vergata: “L’Agenzia internazionale del Clima ha detto che tutti i Paesi stanno andando oltre il loro target nella crescita delle rinnovabili in tutto il mondo. La Cina e il Brasile, in particolare, stanno stupendo, perché oggi costa meno produrre energia in modo eco sostenibile. Il PNRR è nato con l’obiettivo di affrontare la transizione ecologica e digitale”. I giornalisti presenti in sala hanno successivamente ascoltato in webinar l’intervento del prof. Robert Costanza, University College London, sull’interazione tra sistemi ecologici ed economici. Quindi, in sala, l’ultimo intervento, Dileymi Orozco, del Consiglio Tecnico Gruppo di Finanziamento Climatico per l’America latina (GFLAC). La sessione pomeridiana, moderata da Luisella Meozzi, storica giornalista di Greenaccord, ha visto come prima relatrice Alla Sadovnyk, giornalista dell’emittente pubblica Ucraina, la quale ha analizzato le gravissime conseguenze ambientali della guerra in Ucraina e come i cittadini attualmente stanno sopravvivendo grazie all’energia nucleare. A seguire, gli interventi dei giornalisti della Greenaccord Network: Katiana Murillo, Coordinatrice di LatinClima (Costarica), che ha parlato del turismo sostenibile in Costarica, un esempio virtuoso di ecologia, tanto da puntare a diventare il primo Paese al mondo senza plastica e a zero emissioni. Keya Acharya, presidente del Forum dei Giornalisti Ambientali in India, la quale si è soffermata sulla questione climatica in India, Álvaro González Gervasio, direttore dell’Instituto Uruguayo de Turismo Sustentable, per il Marocco, Hicham Houdaifa, Journalist and founder of the “En toutes lettres”, per ultimo, il giornalista e comunicatore Stefano Martello, con un focus su luci e ombre dello stato della comunicazione ambientale in Italia. Infine, dopo il conferimento del premio Greenaccord International Media Award da parte del presidente Cauteruccio ai due colleghi giornalisti, indiano e cinese, le conclusioni del direttore scientifico di Greenaccord Andrea Masullo, il quale ha dichiarato: “Le istituzioni devono prendere sul serio quello che dice la politica. Dai cambiamenti climatici, alle distruzioni delle biodiversità, tutti questi eventi ci ammoniscono che stiamo correndo verso una tempesta perfetta, e se ci caschiamo dentro sarà molto difficile uscirne. Dobbiamo quindi fermarci e pensare ad uno sviluppo diverso, perché questo non ci porta lontano”.
Ottima l’organizzazione da parte del team di Greenaccord. Un grande plauso anche ai bravissimi traduttori e interpreti simultanei nelle quattro lingue in cabina regia che hanno reso possibile la comprensione dei diversi interventi. Tutti i presenti sono tornati a casa con la consapevolezza che c’è necessità di sensibilizzare più gente possibile ai temi della salvaguardia dell’ambiente: dai singoli cittadini alle istituzioni, al mondo della politica. Lo sforzo deve diventare contagioso, perché c’è bisogno di tutto e di tutti.

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