Giornalisti: Premio elimina sezione, cronisti sono sfruttati  Segretario Assostampa Siracusa, provocazione accende riflettori

Giornalisti: Premio elimina sezione, cronisti sono sfruttati Segretario Assostampa Siracusa, provocazione accende riflettori

PORTOPALO DI CAPO PASSERO – “Lo staff organizzativo del Premio Nazionale Più a Sud di Tunisi ha eliminato la sezione dedicata al giornalismo per l’edizione 2021. La motivazione, spiegata dallo staff organizzativo della manifestazione giunta alla sua sedicesima edizione, suona come un grido di allarme e, allo stesso tempo, come un atto di denuncia di una crisi della professione ormai evidente”. Lo rende noto il segretario provinciale dell’Assostampa di Siracusa Prospero Dente. “Gli organizzatori della manifestazione, che nel lungo elenco di premiati vede, tra i tanti, nomi come quelli di Pino Scaccia, Sandro Petrone, Alfio Caruso, Nino Milazzo, Emanuele Dotto, Tonino Raffa, Gabriella Simoni, Felice Cavallaro, Tony Zermo, Mario Barresi, Massimiliano Castellani, Darwin Pastorin, Paolo Condò, offrono una forte provocazione per accendere i riflettori sui troppi giornalisti sottopagati o, addirittura, non pagati. Un numero imprecisato di collaboratori dei quotidiani locali sottoposti, quotidianamente, ad un carico di lavoro che non conosce sosta e resta senza il riconoscimento dovuto”. Per il segretario dell’Assostampa di Siracusa “quanto sta accadendo, ad esempio, con i collaboratori del quotidiano La Sicilia, in attesa del pagamento di quanto maturato negli ultimi mesi, è il sintomo di una crisi editoriale che sta affogando chi consente, ancora oggi, l’uscita del quotidiano”. Su quest’ultimo specifico tema l’editore del quotidiano La Sicilia ribadisce ” il proprio impegno per rispondere nel più breve tempo possibile alle giuste richieste avanzate, auspicando il rispetto degli impegni di legge anche da parte della Regione Siciliana” “L’atto di denuncia degli organizzatori del Premio Portopalo Più a Sud di Tunisi – conclude la nota – arriva come una sferzata violenta e offre, all’intera categoria, soprattutto a quanti continuano a collaborare non percependo nulla perché rassicurati dalla loro seconda professione, che è quella principale, una opportunità di riflessione e, soprattutto, di moto d’orgoglio per dire basta allo sfruttamento”.

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