«In Sicilia non si realizzano opere pubbliche degne di rilievo da diverse decine di anni. Le carenze infrastrutturali sono il frutto del grande “partito della rassegnazione”, che ha costretto la Sicilia a restare nella marginalità rispetto al continente europeo. Per riacquistare centralità, la nostra Isola deve diventare attrattiva e per essere attrattiva ha bisogno di infrastrutture strategiche. Il bacino euro-afro-asiatico torna ad essere luogo di aggregazione, ma la Sicilia è rimasta marginale in Europa e nel Mediterraneo».
Lo ha detto questa mattina il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, intervenendo all’incontro webinar organizzato dall’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia Occidentale.
Dopo avere espresso apprezzamento al presidente Pasqualino Monti per la iniziativa e il progetto di ammodernamento del porto di Palermo, il governatore si è chiesto: «Cosa vuole fare il governo nazionale del Mezzogiorno d’Italia? Quale deve essere il nostro rapporto strategico con l’Africa, col Medio Oriente? Vogliamo continuare a fare della Sicilia la terra d’approdo di giovani disperati che lasciano il loro Paese in cerca dell’Eldorado o vogliamo fare del rapporto con l’Africa una potenzialità, una risorsa? Ce lo dica Roma, ma ce lo dica anche Bruxelles – ha aggiunto Musumeci – Ecco perché il collegamento stabile sullo Stretto non può essere considerato un capriccio. Senza di esso, non ci potrà essere alta velocità né sul gommato né sul ferrato. Da anni chiedo ai governi di Roma cosa intendono fare della portualità siciliana. In Sicilia non c’è un porto hub, questa è un’umiliazione. Quanto lavoro daremmo ai siciliani, quanta competizione eserciterebbe la Sicilia rispetto al Medio Oriente! Sulle grandi infrastrutture serve un confronto senza pregiudizi tra Commissione europea, governo centrale e governo regionale. L’idea di Sicilia che abbiamo matura in una prospettiva mediterranea».