Il presidente di Noi albergatori Siracusa, Giuseppe Rosano, scrive al ministro del Turismo, Daniela Santanchè

Il presidente di Noi albergatori Siracusa, Giuseppe Rosano, scrive al ministro del Turismo, Daniela Santanchè

SIRACUSA – Il presidente di Noi albergatori Siracusa, Giuseppe Rosano, scrive al ministro del Turismo, Daniela Santanchè

Cara ministro Daniela Santanchè,

le scrivo come cittadino italiano e nel ruolo che ricopro, per informarla che gli albergatori siciliani, e con essi tutto il comparto turistico, grazie al buon andamento registrato sino a metà luglio, confidavano di annoverare il 2023 come un anno record per il turismo isolano. Le ottimistiche previsioni (sarà ancora così?), ipotizzavano di sfiorare i 18 milioni di pernottamenti, con una forte prevalenza di turisti stranieri stimati in un +52% rispetto al 2022 e + 137% sul 2021, a fronte dei 14.783.156 soggiorni sommati lo scorso anno. Lo slancio della domanda turistica nei primi sei mesi di quest’anno ha, inoltre, determinato un sostanzioso incremento di oltre 25 mila nuovi posti di lavoro. Dato rilevante per l’elevato tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile che registra la Sicilia. Ebbene, la vorrei informare che il rovinoso incendio all’aeroporto di Catania sta compromettendo le speranzose aspettative degli operatori del settore i quali, dopo gli anni di pandemia, vagheggiavano di assestare, attraverso il forte incremento dei flussi turistici, una ripresa economica anche per l’intera collettività siciliana.

Le vorrei, inoltre, dar conto che a tutt’oggi, ad oltre due settimane dal rogo, mancano certezze circa la piena operativa dell’aeroporto di Catania e non potendo ulteriormente tacere l’inefficienza dei gestori dello scalo di Fontanarossa, incapaci di trovare adeguate soluzioni, la informo che, in aggiunta al rilevante danno di immagine, stanno arrivando annullamenti di viaggi che causano copiose cancellazioni di prenotazioni che gli albergatori annotano pure per il mese di agosto e settembre. Un perdita di ricavi tutta da calcolare.

Tenuto conto dei patimenti dei viaggiatori italiani e stranieri con bambini e anziani al seguito, increduli, smarriti, lasciati allo sbando sotto il sole cocente in attesa che qualcuno fornisca loro informazioni circa i voli in partenza e in arrivo, le chiedo:

Cosa sta facendo lei per porre fine al calvario che i viaggiatori stanno subendo?

È informata che l’alternativa offerta per arrivi e partenze è quella di utilizzare gli scali di Trapani, Palermo e Comiso, i quali si stanno rilevando indegne risoluzioni?

È informata che dall’aeroporto di Birgi occorrono da 11 a 12 ore di viaggio in treno per arrivare Catania? E che in pullman occorre lo stesso tempo da Napoli a Milano? Impossibile, dirà lei gentile Ministro. E allora, chieda alla sua collega Marta Fascina, eletta a Marsala, anch’essa latitante in questa fase emergenziale, se le mie affermazioni rispondono al vero.

È informata sul fatto che l’aeroporto di Palermo sta vivendo momenti di caos per l’impossibilità di accogliere i voli diretti a Catania?

È informata che l’aeroporto di Comiso, che in codesta circostanza sarebbe stato di grande utilità, è tenuto sotto scopa dai gestori dell’aeroporto di Catania per ostacolare la libera concorrenza?

È informata che un volo decollato da Francoforte con destinazione Catania è stato “dirottato” a Malta, fustigando i viaggiatori, annientandoli da qualsivoglia credibilità e sicurezza del territorio siciliano? Tanto che il pilota, stizzito, ha anche tracciato un pene con la rotta.

È informata che il Governo siciliano, in forte difficoltà, si è dimostrato incapace di risolvere, oltre la riapertura dello scalo di Catania, la crisi provocata dal calore elevato delle temperature che, superando i 45 gradi, squagliano i cavi elettrici del sottosuolo, privando la collettività siciliana e turisti della fornitura di elettricità e acqua? In tutto ciò l’Assemblea regionale siciliana pensa però di andarsene in vacanza.

È informata che le infrastrutture stradali, autostradali e ferroviarie in Sicilia sono ancora da terzo mondo e che in previsione non ci sono progetti e/o interventi di riqualificazione?

Un’immagine devastante quella che, in questi giorni, la Sicilia turistica sta veicolando a livello internazionale agli occhi di chi desidera o ha scelto di trascorrere una vacanza nella nostra isola, pretestuosa di divenire attrattiva destinazione turistica. Noi siciliani, cara ministro, siamo abituati a patire inefficienza e improvvisazione dai governanti e per indole siamo pronti a rassegnarci alle avversità: gli italiani del nord Italia e soprattutto gli stranieri no.

Il dato più preoccupante è che la lunga e tormentata riapertura dell’aeroporto di Catania sta mettendo a rischio il futuro turistico della Sicilia, compromettendo gli sforzi degli imprenditori del settore che faticosamente realizzano annualmente la “domanda” turistica, andandosi a procacciare i flussi dei viaggiatori in Italia e all’estero, nonché proponendo un’eccellente e premiata “offerta” per accrescere il benessere economico della nostra isola, che con il turismo “ci vive”.

In conclusione, cara ministro, le formulo un appello. Non appena il calvario dell’aeroporto di Catania segnerà la piena ripresa dei voli, la invito a intervenire: intervenire presto, affinché non sia troppo tardi per ulteriormente rovinare la già penosa Sicilia turistica di cartapesta. Intervenga, si adoperi per migliorare e recuperare la compromessa immagine agli occhi di tour operator e turisti: promuova una mirata campagna stampa a favore della nostra Isola. Per il ruolo che le compete, lo faccia però rapidamente e con serietà, senza chiacchiere, parole al vento o vaneggianti annunci di cui non abbiamo proprio bisogno.

Open chat
Ciao,
chiedici la tua canzone