Il sindaco di Carlentini Giuseppe Stefio,  non aderisce a nessuna diversa collocazione politica: “il mio Partito è il Territorio”

Il sindaco di Carlentini Giuseppe Stefio, non aderisce a nessuna diversa collocazione politica: “il mio Partito è il Territorio”

CARLENTINI – Il sindaco di Carlentini Giuseppe Stefio non aderisce a nessun partito che si è appena costituito e non si è fatto ammaliare dalle nuove e belle sirene che hanno intenzione di ricostituire i partiti tradizionali o nuovi soggetti politici (il riferimento a Italia Viva di Matteo Renzi, ndr), ma rappresenterà il “territorio” , sottolineando che il “suo partito è il territorio”. Il primo cittadino carlentinese ha scritto una lettera aperta alla città, ma anche i motivi che l’ho hanno portato a non aderire a nessun partito politico, ma continuare a guardante al territorio e ai cittadini, che sono l’unica forza politica che non dev’essere tradita. Il sindaco Stefio ha sottolineato che i politici hanno utilizzato e fruttato il territorio e non hanno mai fatto gli interessi dei cittadini. “In occasione delle ultime elezioni amministrative, tenutesi a Carlentini 17 mesi fa, i partiti politici ci “costrinsero” a presentarci alla città esclusivamente con liste civiche, senza nessun simbolo di appartenenza partitica. Pratica, questa – ha detto il sindaco di Carlentini Giuseppe Stefio – seguita in moltissime altre città dove si rinnovavano le cariche istituzionali elettive. Il populismo aveva preso il posto dei programmi politici, i partiti e le loro nomenclature autoreferenziali avevano perso il legame con i territori, con la gente che per lustri era stata considerata solamente serbatoio acefalo dal quale emungere voti. Ci si ricordava dei cittadini solo ciclicamente, in occasione di ogni tornata elettorale. Quegli stessi partiti e qualche nuovo soggetto politico in fase di costituzione, oggi, accennano a ristrutturarsi o strutturarsi partendo dai territori, così dicono. L’esperienza ed il vissuto, nonché per onestà intellettuale e coerenza nei confronti di quello che io dissi alla mia città, in sede di presentazione della mia candidatura a Sindaco, e che mi portò un consenso quasi plebiscitario della Mia gente, mi impongono di non fare atto di fede politica nei confronti di chicchessia. Sono fermamente convinto che la politica, quella con la “P” maiuscola, si debba sviluppare all’interno dei partiti, ma questa volta, proprio per le considerazioni sopra espresse, la scelta di appartenenza non può prescindere da una condivisione territoriale, che passi da garanzie, oserei dire solenni o di “contratto”(in questo periodo va di moda), che i partiti devono assumersi nei confronti della Mia collettività. Garanzie non negoziabili con “posizioni” personali. Per me le garanzie irrinunciabili e non negoziabili sono le politiche afferenti le tematiche che qui di seguito mi accingo, sommariamente, a sviluppare”. Per il sindaco di Carlentini, eletto diciassette mesi fa con un gruppo di liste civiche e con oltre cinquemila voti, un vero e proprio plebiscito, i partiti tradizionali e quelli nuovi, hanno abbandonato i territorio e i cittadini. La politica di depauperamento dei territorio di vede e coinvolge le comunità che continuano a soffrire sia dal punto di vista culturale che economico e di progettualità. “La politica di sviluppo deve basarsi sulla valorizzazione delle immense risorse agricole, paesaggistiche, culturali ed archeologiche che il mio territorio possiede – continua il sindaco di Carlentini Giuseppe Stefio -. In sintesi, mettendo in risalto e valorizzandone le vocazioni naturali. L’impegno per un rilancio dell’agrumicultura e del turismo sono imprescindibili per una nuova agenda politica che, ultimamente, purtroppo, ha dimostrato di voler cambiare la vocazione naturale del territorio da agricola/turistica a contenitore dei rifiuti di una buona parte della Sicilia, come se il Mio territorio fosse vocato a discariche di rifiuti. L’ammodernamento e la realizzazione di infrastrutture viarie e di collegamento non possono più aspettare tempi biblici per la loro attuazione. Ci vogliono impegni precisi e puntuali sui tempi di realizzazione dell’asse autostradale Ragusa-Catania, entro il prossimo anno occorre porre la prima pietra. Non possiamo più aspettare altre morti, altre famiglie distrutte, il territorio ha già pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane. Non possiamo più tollerare l’isolamento al quale siamo relegati, mentre altre porzioni di territorio del nostro Paese corrono su binari dell’alta velocità, su autostrade degne di tale nome, su infrastrutture che li collegano direttamente e celermente con il resto del mondo. Non possiamo più tollerare che i nostri porti, vera e propria porta sul mediterraneo, vedano transitare le navi verso porti del Nord Italia e del Nord Europa. L’istituzione delle Zes, approdate in Sicilia grazie alle aree portuali di Augusta e di Catania, non possono non vedere il nostro territorio, posizionato strategicamente tra le due aree portuali, protagonista nell’individuazione delle zone Zes. Sarebbe un’onta, uno sfregio ed una ingiustizia insopportabili per tutta la Mia comunità. Sarebbe un danno irreversibile per lo sviluppo imprenditoriale dell’intera area carleontina. Vogliamo impegni ben precisi sugli standard qualitativi di un diritto irrinunciabile garantito dalla Costituzione, il diritto alla salute. L’ospedale di Lentini DEVE essere valorizzato, al pari delle eccellenti professionalità operanti nella struttura, per far si che i cittadini del nostro territorio abbiano garantiti servizi sanitari di qualità, senza dover migrare in strutture di altre Asp, fuori provincia. La centralità di un Ente costituzionalmente riconosciuto deve essere impegno politico irrinunciabile. Bisogna restituire dignità alla Provincia! Non possiamo più assistere ad un Ente in agonia, con pesantissime conseguenze in termini di servizi essenziali negati alle nostre collettività. Non è più possibile che ai nostri figli venga somministrato uno dei diritti fondamentali, qual è quello allo studio, in strutture e con attrezzature da terzo mondo. Non è più possibile che la viabilità di collegamento intercomunale sia ridotta a regie trazzere. Non è più tollerabile mortificare le centinai di donne e uomini, unitamente alle loro famiglie, dipendenti della Provincia facendoli apparire parassiti che lucrano gli stipendi, quando hanno la fortuna di percepirli, senza nessuna produttività per la collettività. Quando, invece, sarebbe necessario restituire centralità all’Ente Provincia, anche in un’ottica di razionalizzazione di spesa pubblica e tagli alle spese. Eliminiano tutti gli organismi inutili e parassitari che hanno come unico scopo la creazione ed il mantenimento di posti di sottogoverno di nomina politica, profumatamente pagati. Assegniamo alle Province le loro competenze, allora sì che avremmo reso giustizia al cittadino che paga le tasse. Un impegno serio e determinato deve essere rivolto a riformare ed abbattere una legislazione lobbista, creata ed attuata in favore dei grossi concessionari di servizi di interesse pubblico, con pesantissime ricadute economiche sulle nostre famiglie. Il mercato dell’energia elettrica, delle energie rinnovabili, del gas e delle telecomunicazioni non deve più essere un terreno di lucro inqualificabile, con tantissime zone grigie sconosciute ai molti, compresi i più deboli, gli utenti, ma conosciute ed artatamente create da pochi. Basterebbe una legislazione più equa che farebbe guadagnare un po’ meno alle lobby e darebbe molto più respiro alle nostre famiglie. In ultimo, e non per importanza, un tema che mi toglie il respiro e che potrebbe cancellare il futuro di intere generazioni del meridione d’Italia, l’autonomia differenziata che alcune Regioni del Nord hanno chiesto. Qui serve un impegno sacro!!! Questa è la “battaglia” di tutte le battaglie che deve riguardare ogni persona di buon senso dell’intero Paese e non solamente delle popolazioni del Sud Italia. Il tema meriterebbe un approfondimento che in questa sede mi risulta impossibile sviluppare, ma dalle mie modeste capacità cognitive deriva un convincimento che mi farà profondere ogni mio sforzo affinché l’autonomia differenziata così come risulta essere richiesta da alcune Regioni del Nord non si realizzi mai! Lo devo, primi fra tutti, ai miei figli ed ai miei concittadini. Ho sentito il bisogno – conclude il primo cittadino – anche per onestà intellettuale nei confronti della Mia collettività che solo 17 mesi fa mi ha onorato e “gravato” di un consenso ampissimo e di tutti gli amici che in questi mesi mi hanno collaborato, di comunicare quali saranno gli impegni irrinunciabili ed imprescindibili che porrò davanti ad una scelta di adesione partitica. Non so se i tempi sono maturi per una scelta di adesione, però ho la certezza sui contenuti. In questi mesi di sindacatura che mi hanno arricchito di umanità e di dignità, grazie al contatto giornaliero con la Mia gente, ho maturato la cultura di leader di me stesso, datami dalla consapevolezza delle scelte che mi fa sentire un uomo libero a totale servizio della Mia comunità, seppur con i miei tanti limiti. Mi auguro e spero che ogni cittadino di questo territorio prenda consapevolezza delle proprie scelte ed ognuno diventi leader di se stesso, così che da donne e uomini liberi si smetta di essere serbatoio di voti da emungere”.

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