TINDARI – Il pubblico accolto davanti all’agorà del parco archeologico di Tindari, si è ritrovato dentro una scenografia con tante bandiere rosso porpora e al centro della scena Cesare Ottaviano Augusto, interpretato da Elio Crifò, il quale gli ha dato il benvenuto, seduto sul trono in mezzo alla scena. La voce narrante di Augusto, ha catturato l’attenzione del pubblico spiegando cos’è il potere e la politica, accompagnandolo in un percorso storico unico e artisticamente di valore.
“Tyndaris Augustea” è giunto alla VII edizione, la direttrice artistica del Parco Archeologico Anna Ricciardi ha dichiarato: “il grande lavoro svolto con la rassegna ‘Il Sorriso degli Dei’ supportata da attori di grande spessore e fama nazionale, per noi è stato un piacere e un grande onore”. Lo spettacolo teatrale ideato da Anna Ricciardi e prodotto dal Parco Archeologico di Tindari diretto dall’architetto Domenico Targia e dalla Proloco di Patti diretta da Nino Milone, è stato un vero e proprio omaggio all’imperatore Augusto, uomo astuto, carismatico e grande stratega. Augusto seppe conquistare l’Egitto di Cleopatra, vendicare Giulio Cesare giustiziando i congiurati e con il titolo di colonia augusta rese eterna Tyndaris.
Il poliedrico autore e attore Crifò, ha curato i testi, assieme alla regia delle prime due scene ed ha saputo, con maestria recitare e accompagnare lo spettacolo itinerante, che si è sviluppato nel panoramico parco archeologico di Tindari. Il tema conduttore è stato il “thumos” soffio incandescente dell’anima, che è anche l’impeto vitale dell’anima, la spinta energetica che nasce dal mondo del desiderio, da quel mondo che costruisce il senso profondo della nostra esistenza.
Dopo l’incontro particolarmente emozionante e a contatto con il pubblico con Tiresia, interpretata da Luna Marongiu, si è svolta la seconda parte dello spettacolo all’interno dell’insula, dove Crifò nei panni di Socrate, è sceso nell’ade per scoprire i misteri dell’anima, conversando con i grandi personaggi della Storia. L’arrivo dell’oscurità e la visione in lontananza di un temporale, con tuoni e fulmini che squarciavano il cielo del mar Tirreno, hanno reso unico e suggestivo il palcoscenico creato nell’insula. L’incontro con le anime di Achille (Alessandro Romano), Agamennone (Roberto Burgio), Didone (Maria Chiara Pellitteri), Anticlea (Gabriella Casali) e Anchise (Edoardo Siravo); lo spettacolo è stato coinvolgente con il pubblico assiepato attorno all’insula, scene uniche, rese magiche dal luogo, dalle luci e dalle condizioni meteo. Dall’insula il pubblico si è trasferito nel teatro antico per assistere alla rappresentazione dell’Antigone di Sofocle, accolto dalla direttrice artistica Ricciardi e dall’arch. Targia dopo una breve presentazione ha preso la parola il prof. Michele Fasolo, il quale doveva effettuare una introduzione storico archeologia, subito sospesa dalle condizioni meteo. La direzione nel chiudere l’evento ha invitato il pubblico a Tripi (ME), nel successivo spettacolo andato in scena nella meravigliosa area archeologica di Abakainon.