MAZARA DEL VALLO – Il cambiamento climatico impatta sulle economie di ogni Paese, la Cina guarda all’Italia che vanta un’agricoltura di altissima qualità. Per questo il giornalista Li Yaoyang di China Central Television ha visitato in Sicilia le vigne di Colomba Bianca, una delle maggiori cantine di vino biologico in Europa: sta indagando sugli eventi estremi per raccontare al pubblico cinese quali sono le strategie di resilienza che tutelano le produzioni made in Italy più importanti, quelle tradizionali ma allo stesso tempo innovative.
«Il climate change è al centro degli interessi di ogni nazione del mondo – afferma il giornalista Li Yaoyang – la scarsità d’acqua sta mettendo tutte le produzioni a rischio. Per raccontare la gravità del fenomeno ai cinesi vogliamo ispirarci alle innovazioni italiane, siamo venuti in Sicilia perché in Cina apprezzano molto le tecniche e l’agricoltura italiana, qui si produce l’alta qualità. Quindi è molto interessante svelare in Cina cosa sta succedendo alle vigne siciliane, spiegare l’impatto degli eventi più estremi sulle coltivazioni e sull’importante produzione del vino italiano, mostreremo quale è l’evoluzione delle ricerche che salvaguardano il futuro del patrimonio enogastronomico del Bel Paese».
«Studiando il nostro territorio – spiega il presidente di Colomba Bianca Dino Taschetta – ne sviluppiamo la produttività, ce ne prendiamo cura adoperando tecnologie avanzate, concretizzando strategie sostenibili e praticando la coltivazione biologica. Per continuare a produrre vino di valore bisogna conoscere a fondo le risorse dei suoli e tutelare la raccolta delle acque pluviali in modo da fruirne quando servono. Spesso si pensa il contrario, ma la Sicilia ha un tasso di piogge più elevato rispetto ad altre zone italiane. Quando piove tanto è fondamentale invasare ogni goccia d’acqua, è una risorsa preziosa e non possiamo perdere milioni di ettolitri di acqua. Per non subire la siccità estiva bisogna raccoglierla e garantirla alle viti nei periodi di secca».
«Essendo al centro del Mediterraneo – ha sottolineato Mattia Filippi consulente enologo e fondatore di Uva Sapiens- la Sicilia ha sofferto molto meno il climate change rispetto ad altri territori d’Italia e d’Europa, abbiamo avuto eventi climatici estremi ma, finora, con ripercussioni contenute. In Sicilia c’è già stato un riassetto naturale, non c’è più la produttività di 30 anni fa: oggi le viti siciliane che contano hanno le loro radici solo nelle zone più vocate dell’isola. Sicuramente la ricerca e l’innovazione supporteranno al meglio la loro evoluzione produttiva».
Secondo gli esperti le zone che storicamente non hanno un passato di coltivazione vocata saranno le più problematiche. Quindi per garantire l’autorevolezza delle etichette e il futuro del vino di qualità è fondamentale condurre degli studi per scegliere oculatamente dove mantenere ed ampliare le coltivazioni di viti, prediligendo solo le selezioni eccellenti e i territori con una storia vocata. Altrettanta lungimiranza risulta necessaria per gestire le risorse, prima fra tutte l’acqua. Il vino d’eccellenza, è il risultato di un binomio fatto di tradizione e innovazione. Lo sa bene Dino Taschetta, il presidente di Colomba Bianca attiva sin dal 1970, che ha contribuito alla trasformazione del vino in Sicilia, investendo sulla sostenibilità delle vigne e sulle riconversioni biologiche. Mantenere le cultivar storiche e attualizzarle con una visione di agricoltura moderna è una sfida. È stata colta da Colomba Bianca che per raggiungere i suoi obiettivi con successo non si è limitata a misurare la quantità e la qualità dell’uva raccolta e vinificata, nè si è fermata ad osservare solo il benessere delle vigne. La chiave del successo sta nella cura del territorio, nell’applicazione delle tecnologie alle esigenze produttive e nel monitoraggio del suolo. Più il suolo è performante, cioè è ad alto contenuto organico e risponde bene all’assorbimento d’acqua, più sarà promettente per scommettere su nuovi investimenti.