La Divina Commedia Opera Musical torna in scena al Teatro Arcimboldi

La Divina Commedia Opera Musical torna in scena al Teatro Arcimboldi

Lunedì 15 gennaio al TAM – Teatro Arcimboldi di Milano si è tenuta la conferenza stampa di presentazione dello spettacolo La Divina Commedia Opera Musical, che già nelle scorse stagioni ha affascinato tante città italiane.

Siamo orgogliosi del risultato raggiunto, soprattutto a Milano, che ci ospita per il secondo anno consecutivo per una settimana di repliche“, ha dichiarato la produttrice esecutiva Lara Carissimi (MIC International Company). “In particolare, quello che ci rende più felici è il sold-out dei tre matinée per le scuole nelle giornate di mercoledì, giovedì e venerdì”.

LA DIVINA COMMEDIA OPERA MUSICAL: I TEMI

La parola chiave dello spettacolo è appunto ‘parola’“, spiega il regista Andrea Ortis, che veste anche i panni di Virgilio. “Questo testo trecentesco è diventato il collante della nostra identità italiana grazie al volgare, che viene usato anche in questo allestimento in circa l’80% della messa in scena. Nello specifico, la parola si trova in varie forme: scritta, perché proiettata; suonata e cantata, perché interpretata dai vari personaggi; letta e recitata in prosa, con Giancarlo Giannini che dà la voce al Dante adulto, con i suoi passi e le sue terzine“.

All’interno dello spettacolo Dante diventa la voce della rivoluzione del Trecento nelle Arti, che si esprime in diverse forme: il ballo, con le coreografie di Massimiliano Volpini; il canto e il suono, con le musiche di Marco Frisina; l’ambiente visuale 3D animato.

Dante in genere viene rappresentato come un supereroe sul piedistallo, con la corona di alloro e la veste rossa, ma in realtà è un uomo che ha voluto mostrare a tutti i suoi limiti, che sono anche i nostri“, sottolinea ancora Andrea Ortis. “È l’uomo che racconta dei femminicidi, delle storie di padri soli, di come l’amore possa contagiarlo e umanizzarlo, facendogli trovare il senso che aveva perso. E non ha usato una lingua di nicchia per farlo, ovvero il latino, ma la lingua del popolo, il volgare, per avere più persone che lo ascoltino. È tremendo pensare che invece oggi la Divina Commedia, la cosa più bella della nostra cultura, è considerata pesante. Questa operazione, dunque, consente di poterla far conoscere a tutti trasversalmente”.

LA DIVINA COMMEDIA OPERA MUSICAL: LA GENESI

La Divina Commedia ha già una musica in sé: aspra e drammatica nell’Inferno, color pastello e malinconica nel Purgatorio, gioiosa e luminosa nel Paradiso“, spiega il compositore e ideatore dell’opera Marco Frisina, che già nel 2005 aveva iniziato a fare delle prove per capire se questo progetto avrebbe potuto avere un futuro.

Le diverse voci che nell’opera rappresentano anche timbri e stili diversi ritraggono l’umanità in tutte le sue forme. Si susseguono dunque diversi linguaggi: dal romanticismo dell’aria leggera di Francesca al rock di Pier delle Vigne, passando per l’epica di Ulisse, la disarmonia e drammaticità di Ugolino, la malinconia di Pia de’ Tolomei e la spensieratezza di Matelda. Infine, con Vergine Madre si arriva a un brano complesso a tredici voci.

Per quanto riguarda i due personaggi principali, Dante e Beatrice sono caratterizzati da tormento e luce, che si alternano durante tutto lo spettacolo: “La prima aria di Dante è difficile e complessa, armonicamente contorta come la sua anima, imprigionata nella selva oscura. Beatrice, invece, è luce e – musicalmente parlando – è una scala ascendente”.

I testi, infine, sono stati curati da Gianmario Pagano, a cui è stato affidato l’arduo compito di rendere le caratteristiche di ciascun personaggio nel poco tempo concesso dallo spettacolo, per poterlo riscoprire secondo la chiave di lettura del viaggio, inteso come ricerca del senso della vita.

“Ogni singolo personaggio è un universo, quindi l’opera è un universo di universi. L’idea dietro la selezione di alcuni passaggi è stata quella di rileggere Dante nella chiave dell’uomo moderno alla ricerca del senso. Il disorientamento di Dante nella selva oscura è il nostro, siamo noi. E l’universalità di Dante consiste anche in questo, ma consiste anche nella scoperta che c’è un cammino, un progresso. In questo, ciascuno dei personaggi incontrati da Dante è uno specchio di una parte di sé”.

LA DIVINA COMMEDIA OPERA MUSICAL: IL CAST

Antonello Angiolillo è Dante e incarna un uomo volutamente comune. La scelta di rappresentarlo con la barba, dunque, è stata dettata proprio da questo: il fatto che fosse un uomo come tutti noi, per di più in un momento difficile della sua vita, di depressione. Perciò, il ruolo di Dante a livello emotivo è molto pesante.

“Questo spettacolo mi stanca tantissimo perché mi va a toccare delle corde emotive forti, per cui io tutto il primo tempo piango, nel Purgatorio mi tranquillizzo e nel Paradiso piango di nuovo per tutto quello che significa”.

Myriam Somma è Beatrice e ha già interpretato più volte questo ruolo.

“Io penso che Beatrice sia il motivo che spinge Dante, e ognuno di noi, a fare quel passo in più. Dante sa di dover arrivare a Beatrice, ma sa anche che la forza è dentro di sé, quindi lei non fa altro che alimentarla. E, durante il viaggio, questa fede si esprime attraverso ogni persona che incontra, che è lo specchio di sé, ma anche un modo per ritrovare sé stesso”.

Antonio Sorrentino è Pier Delle Vigne e Arnaut Daniel.

“Il personaggio di Pier Delle Vigne mi emoziona perché mi aiuta a liberarmi dal dolore e dall’angoscia. Interpretarlo è come fare psicoterapia. Vedrete un Pier Delle Vigne più maturo, con grandi consapevolezze e un modo diverso di vivere la vita”.

Valentina Gullace è Francesca e Matelda, rispettivamente nell’Inferno e nel Paradiso Terrestre.

“Francesca è uno dei personaggi più famosi e iconici della commedia dantesca ed è diventata il simbolo della lotta al femminicidio. Matelda, invece, è uno dei personaggi più enigmatici e misteriosi. Molto probabilmente è l’unico personaggio inventato da Dante e si può assimilare all’immagine di Proserpina. La sfida per me è il fatto che, mentre in Matelda l’umano e il divino coesistono, Francesca è un personaggio molto più concreto, perché rivive nel raccontare la sua vicenda”.

Sofia Caselli è Pia de’ Tolomei, che si trova nell’antipurgatorio insieme alle anime che sono state uccise per mano violenta. La cosa più importante per queste anime è essere ricordate nel mondo dei vivi per rendere più veloce la loro ascesa al Paradiso.

“Pia si contraddistingue da tutte le altre anime che assalgono Dante perché il significato della sua aria è il fatto di farsi portavoce di tutte le persone che sono state vittime di violenza”.

gipeto è Caronte, Ugolino e San Bernardo. Caronte è un traghettatore, ma lo fa di mestiere e per soldi, mentre Ugolino è un politico arrivista, che ha trascinato con sé nel baratro anche i figli e i nipoti, negando loro la possibilità di vivere:

“Sono personaggi che possono risultare antipatici, ma in realtà spero tanto che risultino empatici verso il pubblico”.

In quanto a San Bernardo, invece, afferma:

“Se Dante va verso l’Amore, sarà bellissimo alla fine per me dirgli di guardare in alto verso la luce”.

Leonardo di Minno, infine, è Ulisse, Catone e Guido Guinizzelli.

“Ulisse si trova nelle lingue di fiamme tra i consiglieri fraudolenti e ciò significa che ha usato le sue parole per arrivare a un obiettivo suo. Questa visione politichese di Ulisse mi ha molto affascinato. Catone, invece, ha rinunciato alla sua vita, ma in funzione di una causa più alta, ovvero la libertà. Guinizzelli, invece, è un poeta come Dante e sarà un amico per lui. Parlano una lingua un po’ differente, ma ognuno di loro sa esattamente dove toccare l’altro, un po’ come fanno i rapper”.

LA DIVINA COMMEDIA OPERA MUSICAL TOUR 2024

  • dal 25 al 27 gennaio 2024 – SENIGALLIA, Teatro La Fenice
  • dal 30 gennaio al 4 febbraio 2024 – MILANO, Teatro Arcimboldi
  • dal 13 al 25 febbraio 2024 – ROMA, Teatro Brancaccio
  • dal 29 febbraio al 3 marzo 2024 – TORINO, Teatro Alfieri
  • dal 7 al 9 marzo 2024 – CATANZARO, Teatro Politeama

Articolo a cura di Simona Zanoni

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