LENTINI – “Oppressione, psicologica o fisica, ripetuta e continuata nel tempo, perpetuata da una persona (o un gruppo di persone) nei confronti di un’altra persona percepita come più debole”. Questa è la definizione di Bullismo utilizzata dai Carabinieri nell’ambito dei percorsi sulla legalità che vengono frequentemente svolti negli Istituti scolastici della provincia. Intenzionalità, Persistenza nel tempo ed asimmetria di relazione sono gli elementi caratterizzanti di tali pericolosi comportamenti che, molto spesso, gruppi di adolescenti, nascondendosi l’uno con l’altro, attuano nei confronti di persone ritenute, a volte erroneamente, più deboli. Le categorie prese di mira sono tra le più disparate. Bambini più timidi, ragazze più intelligenti e studiose, anziani e chi più ne ha più ne metta. L’ultimo caso ieri a Lentini. Credevano infatti che fosse il soggetto definito “debole”, la ragazza che, nel centralissimo bar di quel centro, passa le sue ore servendo ai tavoli per guadagnarsi la giornata. Ed erano diverse serate che i bulletti, forse non avendo niente di più interessante da fare, si sedevano a quei tavoli e, tra un’ordinazione e l’altra, si divertivano a prenderla in giro. Affermazioni e frasi non proprio da galantuomini; tutto per dire che la donna non corrispondeva ai loro canoni di bellezza. Ma oltre a non capirne nulla di buone maniere ed educazione, i ragazzi avevano anche mal interpretato il ruolo della giovane che tanto debole non si è dimostrata. Stanca infatti dei fastidiosi starnazzi e degli infondati scherni, delle ingiurie e delle offese, la ragazza ieri sera intorno alle due ha chiesto l’intervento dei Carabinieri della Compagnia di Augusta che faceva intervenire l’equipaggio della Stazione di Carlentini. Purtroppo però al loro arrivo i finti bulletti se l’erano già data a gambe levate avendo percepito che la situazione era oramai diventata, oltre che miserevole, anche insopportabile e che erano in arrivo le forze dell’ordine. Non c’è da stupirsi del classico atteggiamento di chi difficilmente è in grado di assumersi le proprie responsabilità. Peccato che poco potranno fare contro l’eventuale querela che la donna ha possibilità di sporgere entro tre mesi.