di Emanuele Gentile
CARLENTINI – Si ha una sensazione strana nell’abitare il territorio del triangolo. Sembriamo tutti in attesa che si verifichino cose, situazioni, vicende e fatti la cui origine risale ad anni, se non a decenni, precedenti, ma che per un mistero non riescono mai a divenire tangibili. Cioè realtà che possiamo toccare con mano. Nel frattempo la crisi del territorio si acuisce e la gente se ne va alla ricerca della “felicità” – se si può utilizzare tale termine – altrove.
Proviamo a fare l’elenco delle “cose in attesa”. Al primo posto, sans va sans dire, è la mitologica “Ragusana”. E’ da decenni che se ne parla, ma al momento dobbiamo solo registrare gravissimi incidenti che causano vittime con un altissimo costo sociale. E’ un gioco di illusioni. Ci sono giorni in cui sembra diventare una realtà per poi, immediatamente, ritornare nel libro dei sogni. Quel libro dei sogni che rende non proprio agevola la vita di chi abita il triangolo. Di questi tempi dovevano iniziare i lavori per la riqualificazione complessiva di Via Etnea, un’arteria di primaria importanza per Carlentini e Lentini. Orbene un ricorso al Tar della ditta giunta seconda in occasione della gara d’appalto rinvia alle classiche calende greche un’opera attesa da anni dai cittadini. A marzo è stato firmato il decreto che istituisce il parco archeologico. Finalmente! Speriamo che non si trasformi in miraggio nel senso che il parco deve diventare un volano di fondamentale importanza per far ripartire un territorio depresso come il nostro. Qui c’è bisogno della massima concretezza. Ogni ulteriore ritardo sarebbe un delitto molto grave. Sempre da anni so vocifera che l’ammodernamento di importati strade del territorio è questione di momenti. Ci riferiamo alla Carlentini-Pedagaggi, alla Carlentini-Sortino e alla Lentini-Scordia. Orbene la situazione è ferma con le quattro frecce. Alcune novità sembrano farsi strada – è proprio il caso di dirlo! – per quanto riguarda la prima e la terza strada. Tuttavia, non c’è ancora nulla di reale. Come la mettiamo, poi, con il Convento dei Frati Minori Cappuccini di Lentini? Si tratta di un prezioso manufatto attualmente in stato di abbandono. Se ne parla, ma a tutt’oggi nulla di concreto sembra appalesarsi. Da anni si parla di riqualificare l’area dell’Agglomerato M del Consorzio ex-Asi di Lentini. Dalla Regione giungono notizie incoraggianti poiché siamo alla gara d’appalto. Naturalmente speriamo che non finisca come Via Etnea. Abbiamo un ospedale sottodimensionato. Un semplice presidio di base. Con tutte le necessità che ogni giorno il territorio pone all’attenzione perché non dovrebbe rientrare nei ranghi di presidio di primo livello? C’è l’eterna attesa, ma solo attesa, per un ritorno di fiamma dell’agrumicultura. Purtroppo, crediamo che tale attesa rimarrà un’eterna attesa. Il quadro agrumicolo internazionale è cambiato e non si può vivere dei fasti del passato.
Insomma, le attese del territorio sono molte. Troppe. Eppure dalla loro risoluzione si potrebbe determinare un processo di rinascita delle nostre città. Un processo di rinascita che non deve essere considerato “un favore elettoralistico”, ma come un qualcosa di “dovuto” per migliorare la vivibilità delle comunità che ivi abitano e lavorano. Perché dobbiamo vivere nello scomodo stato dell’attesa eterna senza vedere i risultati concreti? L’unica via praticabile per uscire da codesta “strana situazione” è che le istituzioni locali, la società civile, l’associazionismo e i cittadini tutti dimostrino compattezza inossidabile al fine di trasformare le mille attese del territorio in cose che si possano toccare con mano. Chi volesse recitare a soggetto commetterebbe uno sbaglio grande quanto una casa. Le attese deprimono. Questo è.