Continua il nostro viaggio alla scoperta del Leontinoi. Oggi è il turno di Corinne Valenti persona particolarmente indicata per capire il nostro territorio – in riferimento alla dotazione di beni archeologici e monumentali – e il turismo che ahimé sembra una chimera. Pertanto, abbiamo deciso di intervistarla per comprendere meglio lo stato dell’arte riguardo ai succitati due ambiti e se in fondo al tunnel si può sperare in un’inversione di marcia. Auspicabile in quanto qui si tratta del nostro avvenire, dell’avvenire di noi tutti. Ora diamo la parola a Corinne Valenti…
Quando ha iniziato ad essere una guida turistica?
“Ho vinto il concorso di abilitazione alla professione 3 anni fa. Ho iniziato lavorando nella provincia di Siracusa, poi, ho scelto di concentrarmi sul mio territorio, promuovendo il più possibile la mia città, con tutte le sue caratteristiche e peculiarità. Non è stato semplice, non lo è tutt’ora, ma sono felice e convinta che questo lavoro di valorizzazione darà frutti importanti a Lentini. Il tempo ci darà conferma.”
Cosa significa esattamente essere “guida turistica”?
“Essere una guida turistica non è semplicemente spiegare la storia di un luogo, essere una guida, per me, è far emozionare i miei ospiti immergendoli nel mio mondo, riuscire a trasmettere le emozioni che provo io quando “vivo” un luogo, condividere con loro “la mia casa”, farli sentire i benvenuti, fare in modo che riescano a guardare con i miei stessi occhi, entrando in empatia e vivendo insieme un’esperienza di crescita e di condivisione.”
Lei ha oramai una esperienza piuttosto notevole nel campo e quindi le chiedo: come siamo messi per la tutela del nostro patrimonio artistico?
“Non benissimo, purtroppo. La Sicilia ha un patrimonio culturale ampissimo e ciò se da una parte è una ricchezza, dall’altra crea grossi problemi gestionali, per lo più derivanti da mancanza di risorse economiche. A Lentini, nella fattispecie, c’è molto lavoro sotto questo fronte. Tanto è stato fatto grazie alla sensibilità delle associazioni culturali e del parroco della Chiesa Madre Maurizio Pizzo che è riuscito a mettere a sistema i luoghi culturali di cui ha competenza, basti pensare alla valorizzazione della Chiesa Rupestre del Crocifisso, un luogo unico, premiato a livello nazione dal FAI e inserito nel circuito dei Luoghi del Cuore.”
Nel nostro territorio diciamo le cose come stanno e cioè che stiamo ancora all’anno zero perché manca una strategia di fondo…
“Si, purtroppo è così. Senza una strategia politica di gestione del nostro patrimonio culturale, il circuito dei luoghi religiosi resterà un’oasi nel deserto. Ci vuole una seria progettazione politica che punti sulla valorizzazione del centro storico, attualmente in totale stato di degrado e abbandono, che renda nuovamente fruibili luoghi storici importantissimi come “Il Castrum Vetus” federiciano, il Convento dei Frati Minori Cappuccini, la Chiesa Rupestre di San Giuliano, e così via… Non è possibile parlare di turismo senza una visione. Il problema è che, spesso, questa visione a livello politico non c’è semplicemente perché ciò non rientra tra “le cose importanti”, dunque viene messo in fondo alla lista delle priorità.”
Cosa necessiterebbe il nostro territorio per avviarsi verso un futuro turistico?
“Necessita di pulizia e decoro urbano, necessità di servizi di accoglienza, di pianificazione turistica, mettendo in rete gli operatori turistici e culturali e le associazioni del territorio; necessita, inoltre, di risorse ecomoniche. Dove e come trovarle? Alcune possibilità arrivano intercettando finanziamenti e bandi della comunità europea, oppure attraverso partnership con imprenditori privati che perseguano obiettivi comuni, o da fondazioni ed enti che erogano contributi per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali. Sono solo alcuni esempi. Le strade possibili ci sono.”
Le nostre istituzioni hanno contezza dei tesori che il nostro territorio ospita?
“Non ne sono tanto sicura, a giudicare da come viene gestito il nostro patrimonio culturale.”
Un caso eclatante di non attenzione è il Convento dei Cappuccini, come recuperarlo alla città?
“Basterebbe semplicemente guardare ciò che è stato fatto fino a 4 anni fa, quando il convento era egregiamente gestito dall’Associazione SiciliAntica, attraverso un protocollo di collaborazione con l’amministrazione comunale. Ripeto, è solo questione di volontà politica.”
Il non-turismo a Lentini come cartina di tornasole della crisi di un territorio…
“Se solo si capisse che da uno sviluppo turistico deriverebbe lo sviluppo economico e commerciale di un territorio, sicuramente non saremmo qui a parlarne.”
Come far entrare in sintonia il pubblico e il privato in riferimento al turismo?
“La sintonia si crea quando si perseguono gli stessi obiettivi, quando entrambe le parti traggono benessere e beneficio e questo benessere si moltiplichi, come un effetto domino, toccando più settori possibili della comunità locale. Ecco perché sostengo che sia indispensabile la visione, la trategia e il coinvolgimento dei professionisti e della comunità.”
Lei per l’avvenire ha una propensione all’ottimismo o al pessimismo?
“Sono un’inguaribile ottimista! Credo che il cambiamento e il miglioramento sia possibile. Bisogna crederci , rimboccarsi le maniche e lavorare con amore e passione.”