LENTINI – Nessun fermato al momento per la morte di Naima Zahir, la marocchina di 45 anni uccisa sabato notte nel suo appartamento a Lentini. Ascoltati in polizia i parenti della donna, in particolare il figlio 19enne e il marito, un siracusano 45enne in quale, stando a una prima ricostruzione, sarebbe stato il primo a chiamare i soccorsi parlando di un possibile incidente o suicidio. L’uomo, infatti, durante un lungo interrogatorio non ha mai ammesso alcuna responsabilità , sebbene sia proprio lui l’unico iscritto al registro degli indagati. Sarà eseguita mercoledì 16 marzo, l’autopsia su Naima Zahir, la 45enne originaria del Marocco, ritrovata la sera di due giorni fa senza vita a terra nella sua abitazione di Lentini. Lo ha disposto la Procura di Siracusa che, come atto dovuto per eseguire un atto irripetibile, ha indagato per omicidio volontario il marito della vittima, un tappezziere italiano di 45 anni. Dall’esame potrebbero emergere elementi determinanti sulla dinamica della morte della donna che sarebbe stata pugnalata alla gola con un grosso coltello da cucina. A chiamare le forze dell’ordine è stato il marito. Dopo essere stato interrogato a lungo da investigatori del commissariato di Lentini e della squadra mobile di Siracusa, l’uomo ieri sera è tornato a casa. Il sostituto procuratore Gaetano Bono, titolare dell’inchiesta, lo ha iscritto nel registro degli indagati. Interrogati a lungo anche il figlio diciannovenne della coppia, amici e i vicini di casa. Al medico legale Giuseppe Ragazzi il compito di accertare le cause del decesso e stabilire se ci siano stati segni di colluttazione. Gli inquirenti dovranno stabilire come la donna è morta: se è stato un omicidio o, se come sostiene l’uomo, sia stato un incidente o un suicidio.