LENTINI – Far rientrare a lavorare negli ospedali del Sud tutti gli operatori della Sanità, Medici, infermieri e assistenti meridionali, che hanno combattuto il Covid 19, negli ospedali del Nord. A chiederlo è il sindaco di Lentini, Saverio Bosco, il quale ha inviato la richiesta al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, al Ministro della Sanità e al Ministro per il Sud e la Coesione territoriale. “Per loro si sono sprecati gli appellativi – scrive il sindaco di Lentini Saverio Bosco – “angeli in camice”, “i nuovi eroi”, “la parte migliore dell’Italia”, a loro abbiamo dedicato applausi dai balconi, abbiamo fatto suonare le sirene delle forze dell’ordine per ringraziarli dell’estenuante lavoro svolto, mentre noi eravamo costretti a stare casa, al sicuro, loro rischiavano il contagio e la vita in corsia, lontani dagli affetti più cari, prendendosi cura dei pazienti colpiti dal COVID-19. La guerra che ha combattuto l’Italia dall’inizio del 2020, rimarrà nella storia del nostro Paese, una guerra che ha visto e continua a vedere un grande esercito schierato, l’esercito degli operatori sanitari, medici, infermieri, assistenti, impegnati a prendersi cura dei nostri cari, costretti all’isolamento nei reparti di terapia intensiva fino all’ultimo istante di vita. Spesso, gli occhi degli “angeli in corsia”, attraverso visiera e mascherina, sono stati l’ultimo conforto per le migliaia di vittime da Covid-19, a loro è stato consegnato l’ultimo saluto che i caduti per mano di questo male tremendo, non hanno potuto dare di presenza ai propri familiari, caricandoli di un peso emotivo che difficilmente dimenticheranno per il resto dei loro giorni. Non si può non notare, che dietro i camici e le mascherine di questi nuovi “eroi”, ci sono i volti dei nostri migliori giovani, tantissimi infermieri, medici, assistenti, poco più che trentenni, che hanno dimostrato di far parte di una generazione, forse troppo sottovalutata e bistrattata. Non si può, inoltre, non notare che nella maggior parte dei casi si tratta della “meglio gioventù” meridionale, che si trova a combattere in corsia, lontana da casa e dai propri affetti. Da trent’anni a questa parte, per i “cervelli in fuga” che hanno arricchito la sanità lombarda, veneta, emiliana, non c’è stato posto negli ospedali della Sicilia, della Calabria, della Basilicata, della Campania, della Puglia, prima li abbiamo formati, poi li abbiamo praticamente cacciati via. Ovviamente non voglio analizzare le cause di questo triste fenomeno che ha origini lontane che conoscete in quanto, Lei Presidente Conte è pugliese, Ministro Speranza Lei è Lucano, Ministro Provenzano Lei siciliano come me. È Siciliano anche il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che il 31 Dicembre 2019, durante il suo discorso di fine anno diceva: “In particolar modo è necessario ridurre il divario che sta ulteriormente crescendo tra Nord e Sud d’Italia. A subirne le conseguenze non sono soltanto le comunità meridionali ma l’intero Paese, frenato nelle sue potenzialità di sviluppo”. Il primo cittadino lentinese ha sottolineato che il lavoro svolto dai medici e operatori sanitari è stato oltremisura. “Queste parole, rappresentano la guida per una nuova rinascita sociale, economica e politica della nostra Nazione e devono essere l’incipit di ogni proposta politica economica mirata a ricucire la frattura tra Nord e Sud, che dopo questo terremoto Economico, rischia di aggravarsi in maniera irreversibile. Negli ultimi 10 anni la spesa per gli investimenti ordinari per la Pubblica Amministrazione è passata da 21 mld di € nel 2008, a 10,3 mld di € nel 2018. Negli ultimi 15 anni 615.000 giovani hanno lasciato il meridione e 240.000 laureati hanno trovato posto al nord, all’estero. Tra questi vi sono i nostri eroi, ed è il momento di passare dai ringraziamenti, dalle parole ai fatti. L’unico modo che abbiamo per ringraziarli, per ciò che hanno dimostrato e continuano a dimostrare in “trincea” contro il Covid, è una norma speciale che preveda l’assunzione o il trasferimento nelle regioni di origine, questo sarebbe per loro più importante di qualunque medaglia. Facciamo ripartire l’Italia dal Sud, investiamo sui nostri “migranti” meridionali dando loro la possibilità di crescere professionalmente nelle regioni del Mezzogiorno, facciamo ripartire l’Italia investendo sulla nostra sanità pubblica e sulla nostra Pubblica Amministrazione, trasformiamo la crisi in opportunità”.