LENTINI – “Cambiare rotta”, abbiamo scritto nei nostri comunicati, ma affinché ciò non rimanga – come spesso accade – un semplice slogan occorre pianificare le operazioni che permettano un effettivo cambio di rotta nei modi di amministrare il nostro territorio”. Lo ha detto la candidata sindaca Maria Adagio, ieri sera, alla villa “Gorgia” nel corso della presentazione della candidatura e della lista “Terra” che sostiene il progetto. Al fianco della candidata sindaca Maria Adagio c’erano gli assessori designanti: Gino Sturniolo, Fabiola Ferrante, Maria D’Amico, mentre era assente Francesco Moncada e i candidati al consiglio comunale di Lentini. La candidata sindaco Adagio ha parlato del futuro della città e dei problemi che assillano la comunità lentinese. “Sino ad oggi nella generalità amministratori e cittadinanza – ha detto – coperti da quella che appare come la cultura dominante – hanno gareggiato a deresponsabilizzarsi per quanto concerne lo stato del territorio, assecondando l’idea che le scelte vengono ormai prese ad un livello superiore rispetto alle comunità locali. I primi hanno avuto così gioco facile nel rimandare tutte le responsabilità alla burocrazia, ai “soldi che non ci sono”, alle amministrazioni passate, ai funzionari e impiegati che fanno “ostruzionismo” o anche all’ignoranza dei cittadini; la seconda scaricando ogni responsabilità sul ceto politico amministrativo, sulla sua incapacità o sul malo modo di amministrare, come se non fosse stata la stessa cittadinanza ad eleggerli o farli eleggere e soprattutto a lasciarli operare senza controllo o senza lottare per il controllo. Sia gli amministratori che la cittadinanza si sono, quindi, ritenuti incolpevoli, come se lo stato del territorio non dipendesse dagli abitanti, come se la responsabilità non fosse anche di tutti i membri della comunità. Diritto di decisione della comunità cittadina ossia il diritto di intervenire direttamente nelle scelte che riguardano tutta la comunità. Sino ad oggi questo diritto è stato complessivamente: negato dalla cultura politica che fa della delega accordata una sorta di investitura al comando assoluto ( o incondizionato), scavalcato da leggi dello Stato, soprattutto attraverso vincoli contabili, che in contraddizione con la stessa lettera costituzionale muovono alla soppressione della già relativa autonomia dei Comuni, non agito dai cittadini che, pur lamentandosi, hanno lasciato per negligenza, opportunismo o disinteresse che le cose comuni andassero alla malora. Se responsabilità e certezza del diritto di decisione della comunità cittadina rimangono per noi presupposti essenziali per poter amministrare il Comune in modo nuovo e partecipato, rimangono altrettanto fondamentali la trasparenza nelle scelte amministrative e la determinazione politica nel praticare quelle scelte. Siamo convinti che solo il consolidamento delle comunità locali e dei loro sistemi di decisione consenta all’attuale “strumentazione democratica” di non essere la copertura e l’apparecchiatura per le più sfrontate forme di dominazione e sfruttamento. Occorre trasformare il Comune da luogo di amministrazione burocratica in laboratorio di reale autogoverno del territorio”. Poi la presentazione del programma elettorale e i candidati al consiglio comunale che si sono alternati. Ognuno di loro ha sottolineato le motivazioni della loro presenza e della scelta di candidarsi nella lista terra”.